A Caselette da qualche settimana, è sorta una nuova cava che, in parte, verrà destinata ad accogliere i terreni di scavo del cantiere di San Didero.
Abbiamo lungamente parlato di quanto quel terreno sia inquinato, visto che ha assorbito per oltre quarant’anni i fumi di scarico dell’acciaieria che un tempo era attiva (leggi qui https://www.notav.info/documenti/san-didero-uno-spazioporto-inquinante-che-viaggia-indietro-nel-tempo/ e anche qui https://www.notav.info/senza-categoria/san-didero-uno-spazioporto-inquinante-che-viaggia-indietro-nel-tempo-seconda-puntata/). Abbiamo anche lungamente spinto perché Telt, con il sostegno costante delle forze dell’ordine (manco fossero i loro operai), evitasse di abbattere ettari di alberi che costituivano l’ultimo polmone verde della media Valsusa.
Sappiamo, però, non esserci limite alla sciaguratezza di chi sarebbe in grado di vendersi anche i nonni in cambio di trenta denari, così, gli ettari di bosco sono stati abbattuti e, non contenti, sono cominciati anche lavori su quel terreno ricco di sostanze altamente inquinanti, come Pcb e diossine che si sono depositate per anni indisturbate su quest’area, almeno fino alla metà dello scorso decennio, come già segnalavamo ad ottobre 2020. Inoltre, siccome la zona nel tempo è stata soggetta all’intombamento illegale di rifiuti tossici da parte dei soliti ignoti, è chiaro che i rischi per la salute di chi risiede nella media valle siano evidenti di fronte ad un intervento del genere.
Ma Telt, con la complicità delle ditte alle quali ha affidato i lavori delle opere accessorie alla costruzione della NLTL, non si accontenta di smuovere a San Didero un terreno che sarebbe decisamente meglio lasciare fermo lì senza mai toccarlo e sicuramente sta già ragionando in maniera “equa”, prevedendo di distribuire il materiale di risulta del cantiere in tutta la Valsusa.
Infatti, con grande probabilità, il materiale di scavo di San Didero verrà destinato a Caselette, in un’area verde tutelata e vincolata dal punto di vista ambientale, che storicamente è sempre stata utilizzata per l’agricoltura. Si parla di 30mila metri cubi di terreno che dovrebbero essere spostati attraverso mezza valle con tutte le conseguenze ad essi connesse: spostamenti di camion sulle principali strade della Valle di Susa e con essi ingenti quantità di terra e rocce che potrebbero contenere anche sostante davvero nocive come lo smarino.
E così, dopo essere stato punzecchiato dall’egregio articolo di Mercalli sul destino del terreno di Caselette, il Comune ha pensato bene di “rassicurare” la popolazione cittadina e dei comuni limitrofi pubblicando un post su Facebook dove il senso si può tradurre in un banale “Tranquilli, è tutto a posto”. Peccato che noi No Tav sono più di trent’anni che viviamo sulla nostra pelle le continue finte rassicurazioni istituzionali, utili solo agli sciocchi e a chi ancora crede che le istituzioni non mentano mai.
Così, ieri sera un gruppo di No Tav ha deciso che si era già aspettato fin troppo ed è partito alla volta della nuova cava di Caselette. Col calar della notte, accompagnati da una luna luminosa, i No Tav hanno letteralmente smontato centinaia di metri della recinzione che circonda quello che vorrebbe diventare il nuovo punto di scarico dello smarino proveniente dal cantiere di San Didero.
A questo punto è ormai chiaro a tutti l’intento dei proponenti l’opera e di coloro che speculano sul futuro della nostra Valle: inserire la cava di Caselette all’interno della grande macchina distruttiva del Tav. Ci sembra poco plausibile che le amministrazioni locali, ad oggi, non siano a conoscenza di ciò che sta accadendo sul proprio territorio e pensiamo che sia giunto il momento di prendersi le proprie responsabilità senza più girarsi dall’altra parte.
Giovedì 9 febbraio alle ore 20,30 presso la Sala Consiliare di Almese, ci sarà un primo momento informativo rispetto alla nuova cava di Caselette insieme ai tecnici No Tav, in cui, dati alla mano, verrà spiegato che cosa succederà in quel territorio nel prossimo futuro, fugando ogni dubbio anche a chi ancora oggi continua a fare “orecchie da mercante” di fronte all’evidenza.
Se le amministrazioni pensano di poter andare avanti come se nulla fosse, dovrebbero tenere bene a mente che il popolo No Tav lotta da oltre trent’anni contro un sistema devastante ed ecocida e che, come è già successo questa notte, senza grandi problemi anche Caselette sarà monitorata perché nessun cantiere potrà essere in grado di rubarci quel futuro libero e in salute che tutte e tutti desideriamo.
Avanti No Tav!