Condividiamo di seguito il contributo che le ragazze e i ragazzi di Friday For Future Valsusa hanno pubblicato pochi giorni fa sulla loro pagina Facebook, e inviando in seguito anche una lettera agli amministratori locali, in merito al progetto milionario dello Ski Dome a Cesana.
Gli impianti realizzati per le Olimpiadi del 2006 hanno squarciato le montagne dell’alta valle e oggi sono in stato di totale abbandono, dopo milioni di euro spesi. Apprendiamo quindi con sconcerto del nuovo progetto Ski Dome previsto a Cesana Torinese, per un valore complessivo di 50 milioni di euro. Rimaniamo esterrefatti di fronte all’attitudine di voler sfruttare il territorio senza tenere in considerazione le conseguenze a lungo termine.
Considerata l’attuale scarsità idrica, come pensano il Sindaco di Cesana e gli amministratori dei comuni olimpici di conciliare questa attività con il fabbisogno idrico primario e con i conflitti per l’acqua che abbiamo osservato già nel 2022, anche nei nostri territori montani? Finiremo forse ad osservare i ricchi che sciano in estate su neve artificiale mentre il resto della popolazione affronta prezzi crescenti causati dalla siccità?
Come giustificano l’enorme spreco energetico per il raffreddamento dell’impianto e per la produzione di neve artificiale, in questo contesto di crisi climatica e necessità di contenere i consumi energetici? L’idea di ricoprire la struttura di pannelli fotovoltaici (che con cielo coperto non produrrebbero energia elettrica) non giustifica il progetto, dal momento che andrebbe eliminato ogni consumo di energia non essenziale per stare sotto i +1,5°C di aumento della temperatura media globale, ma risulta essere un’operazione di greenwashing.
Scelte di questo tipo, dettate unicamente dalla sete di profitto, sono quelle che ci hanno portato in questa situazione infelice, per cui rischiamo di oltrepassare alcuni punti di non ritorno del clima, con perdite umane ed economiche inestimabili.
I nostri amministratori dovrebbero difendere gli interessi della Valle, anziché quelli di pochi privati, promuovendo ad esempio un turismo sostenibile, puntando sui prodotti locali e su strutture di accoglienza a basso impatto, valorizzando le strutture esistenti. Dovrebbero abbandonare e contrastare questo progetto, inconciliabile con le priorità di oggi. Se non saranno loro a farlo, saremo noi, anche a costo di mettere in gioco i nostri corpi.