Nel 2017 e nel 2018 la Valsusa, come altre innumerevoli volte nel corso degli ultimi anni, ha mandato segnali d’aiuto forti e chiari rispetto a quello che, purtroppo ormai, sta capitando sull’intero globo ovunque. Nell’ottobre del 2017 i nostri boschi sono stati avvolti dalle fiamme a causa della siccità e dall’assenza di precipitazioni per un lungo periodo e, in conseguenza a questo disastro, l’anno successivo le nostre montagne hanno iniziato a sgretolarsi per le imponenti piogge che il terreno non è stato più in grado di sostenere perché troppo arido, provocando così forti alluvioni.
Tanti, troppi i danni che il nostro territorio sta subendo da diversi anni a questa parte, evidenze queste, di un cambiamento climatico sempre più galoppante causato dallo sfruttamento folle che l’uomo adotta nei confronti delle risorse e della natura. Un grido di rabbia e stanchezza nei confronti di chi, anziché prendersene cura, continua ad essere sordo nei confronti di una Terra che disperatamente manda quotidianamente segnali inequivocabili.
Quanto ancora dovremmo aspettare perché i grandi del mondo si prendano la responsabilità di mettersi nelle condizioni di non essere più sordi e ciechi di fronte a ciò che sta accadendo alla nostra Casa? Le scelte scellerate messe in campo hanno portato la sorte del Pianeta Terra a un punto di non ritorno. È giunto il momento di agire oggi perché, diversamente, potrebbe essere troppo tardi.
Qui sappiamo bene quanto sia fondamentale ripartire dalla cura della terra, sappiamo quanto sia prioritario agire anche nel più piccolo dei territori, come il nostro, dove chi governa, anziché pensare a curarsi di ciò che ci dà la vita, continua imperterrito a finanziare e favorire progetti ecocidi come l’alta velocità Torino-Lione.