È stato assolto l’ex Pm di Torino Andrea Padalino, processato con rito abbreviato davanti al giudice di Milano per corruzione in atti giudiziari e abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla cricca dei favori nella procura piemontese. Il Gup ha deciso, quindi, di non accogliere la richiesta di condanna a tre anni di reclusione formulata dai procuratori aggiunti del processo ma di condannare soltanto due degli imputati, tra i quali l’appuntato dei carabinieri Dematteis.
“La fine di un incubo” è la dichiarazione rilasciata dall’avvocato difensore dall’ex pm con l’elmetto, evidentemente abituato a ordirne a scapito di altri e non a trovarsi al banco degli imputati.
Ricordiamo alcuni dei capi d’accusa a carico di Padalino per rinfrescare la memoria: falso e peculato, atti contrari ai suoi doveri d’ufficio come l’essersi autoassegnato un fascicolo relativo a una denuncia del 2016, oltre alle cene, agli hotel di lusso, le operazioni e le visite in corsia preferenziale ottenute a suon di bustarelle, gli scambi di favori con Fabio Pettinicchio, accusato di sfruttamento della prostituzione e protetto dalla difesa dell’ei fu avvocato Bertolino, ex braccio destro del PM.
Non si è fatto proprio mancare niente Padalino: come non si possono dimenticare, infatti, anche gli scambi di favori con un’azienda interdetta per mafia?
Insomma una carriera costruita sulle spalle dei No Tav, a suon di odio tradotto in richieste di centinaia di anni di carcere, domiciliari, privazioni della libertà non solo per la gloria ma anche per il guadagno. Anche questa volta sperare nella giustizia non è qualcosa che ci appartiene anche se davanti a un tale curriculum si sarebbe potuto fare qualcosa in più, ma tant’è, non saranno di certo fastidiosi accanimenti tramati dalla procura e dalla questura oggi come ieri a fermare il movimento No Tav.