Dopo un 2021 lungo e ricco di tanti momenti di lotta, resistenza e solidarietà, il nuovo anno è arrivato.
Un anno complesso, contraddistinto dalle complicazioni dettate dalla pandemia e dalla sua gestione, in molti momenti, alquanto scellerata. Abbiamo anche assistito ad un cambio di Governo che ha avuto la capacità di farsi strada tra i meandri della politica ruspante e quella direttamente collegata ai profitti delle banche e delle grandi lobby.
Il Governo Draghi che si è imposto come “salvatore della patria”, chiarificando però, fin da subito, che la sopravvivenza sarà principalmente per chi già vive e viveva in comode condizioni agiate; un Governo che ha dato vita al Ministero della Transizione Ecologica, quale baluardo di impegno verso un mondo più “green”, ma che di verde ha solo dato una pennellata, anche malfatta, ai tanti progetti devastanti per l’ambiente e per la vita dei territori.
Nonostante la pandemia, il Movimento No Tav è riuscito ad autorganizzarsi per proseguire la lunga lotta che da più di trent’anni caratterizza la Valsusa. A partire dai sentieri di montagna che portano al Presidio Permanente dei Mulini, luogo in cui sono state messe in atto molte iniziative di contrasto e fastidio a chi occupa illegittimamente questa parte di territorio valsusino, arrivando fino ai terreni che costeggiano il fortino di San Didero, dentro al quale sono arroccati, ogni giorno, moltissimi agenti delle forze dell’ordine, dove ogni settimana si svolgono azioni di socialità e lotta alla moda No Tav. Abbiamo quindi praticato atti di resistenza diretta e diverse assemblee che nel tempo si sono diffuse sul territorio, per affrontare i nuovi attacchi portati avanti dai dirigenti di Telt e dai politicanti di turno.
L’ultimo salito sul carretto è il Commissario Mauceri che ha dichiarato di voler portare avanti il progetto Tav Torino – Lione e tutte le opere collegate ad esso. Infatti, si sono aggiunti altri 6 comuni della Valle alla lista dei territori strategici alla grande e mala opera, oltre al comune di Torrazza Piemonte che dovrebbe accogliere le i rifiuti tossici provenienti dai cantieri valsusini. E mentre il Pianeta urla all’emergenza climatica, mentre l’intero Paese è di nuovo a rischio lockdown, il nostro Governo continua imperterrito a discutere di destinare fondi ad opere inutili e dannose, a discapito di quei servizi alla persona che invece avrebbero il potere di permettere a tutte e tutti di vivere una vita più dignitosa e in salute.
Inoltre, con l’elezione del nuovo Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, la città si è nuovamente inserita nel solco tracciato dalla controparte attraverso la partecipazione all’osservatorio sul Tav. Quest’ultimo altro non è che uno specchietto per le allodole per raccogliere proseliti e consenso per proseguire indisturbato nella costruzione della linea ad alta velocità Torino – Lione.
Un anno trascorso anche all’insegna della solidarietà portata avanti costruendo molteplici iniziative in sostegno alle e ai No Tav ancora privati della propria libertà. Tanti i presidi sotto il carcere delle Vallette per sostenere Dana e Fabiola, che per diversi e lunghi mesi hanno dovuto subire un ingiusto trattamento punitivo che, oltre a tentare di spezzare la loro forza e la loro dignità, ha avuto anche la pretesa di abbattere la voglia di lottare di tutte e tutti. Tentativo andato male anche di fronte all’assurdo provvedimento di cattura internazionale ai danni di Emilio, No Tav storico e uomo generoso che non ha mai voltato le spalle ai più deboli, agli ultimi, lottando per la libertà dei popoli in fuga da guerre e miseria.
Tante/i sono i/le No Tav che ancora oggi si ritrovano a scontare, tra arresti domiciliari e misure alternative, come Stella, Mattia, Luca, Francesca, Mattia, Eddi e molti altri che dovranno ancora attendere mesi prima di poter tornare a riabbracciare i propri affetti.
Alcuni però, proprio verso la fine del 2021 sono già ritornati a vivere la propria vita da persone libere quali sono ed erano anche prima che la libertà gli fosse restituita dal tribunale di sorveglianza.
La strada per la liberazione della Valsusa è ancora tanta, e anche quest’anno, allo scoccare della mezzanotte, il Movimento No Tav, attraverso due momenti al Presidio dei Mulini e a quello di San Diero, ha voluto ribadire la contrarietà a quest’opera ecocida e a questo modello di sviluppo criminale.
Dalla nostra parte, come un cuore pulsante, batte forte la voglia di riscatto per una vita dignitosa e libera dalle ingiustizie sociali e ambientali, per un futuro in salute e vivibile per tutte e tutti, con uno sguardo verso le generazioni più giovani a cui abbiamo il dovere di lasciare un mondo abitabile e giusto.
Per tutte queste ragioni, auguriamo un buon anno di lotta e resistenza a tutte e tutti perché a sarà dura, sì, ma per loro!
In alto i cuori e avanti No Tav!