Egregio Direttore,
credevo oramai che nulla potesse più stupirmi, ma le ultime dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti delle Istituzioni piemontesi mi hanno dimostrato il contrario.
Mi riferisco agli inviti fatti alle Forze dell’ordine di usare «la più assoluta determinazione» al fine di avviare il cantiere TAV presso la zona Maddalena di Chiomonte. Dichiarazioni paradossali, se si guarda a chi le ha formulate, ossia il Presidente della Provincia di Torino, l’Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte e l’ex sindaco di Torino, tutti rappresentanti del popolo democraticamente eletti.
La democrazia in Italia soffre di una grave patologia degenerativa, per cui alcuni amministratori pubblici, che dovrebbero rappresentare tutti i cittadini, invocano l’uso della violenza da parte della polizia, ossia da parte di cittadini a danno di altri cittadini, e cioè il popolo No Tav. Costoro, assessori e presidenti, anziché valutare con serietà le ragioni dell’avversione a un’opera contestata, e le alternative possibili ad essa in una visione di programmazione ad ampio raggio, ritengono più efficace invocare l’uso della forza stessa: quasi a dire «non ho altre opzioni innanzi al dogma TAV se non inaugurare cantieri difesi dall’esercito, preparandomi ad anni di occupazione di parte del mio territorio, non potendomi permettere di fare il mio mestiere, ossia progettare soluzioni virtuose per tutta la collettività».
La scelta obbligata TAV, con tutti i suoi assurdi costi e la sua comprovata inutilità rispetto ai fini annunciati, può costare oltre che alleanze politiche anche lo spianamento fisico di chiunque la contrasti sul campo. Una prassi che rinnega l’espressione elettorale, un metodo che trasforma eletti in despoti assoluti con potere di vita e di morte sul loro stesso popolo.
L’Italia democratica sancita dalla Costituzione sembra essere svanita tra cemento e mattoni, in un orgia di appalti e appaltini che hanno priorità anche sui diritti umani e, più banalmente, civili.
Juri Bossuto
Prc – Federazione della Sinistra
Torino, 30 maggio 2011