Questa settimana, al Presidio di Venaus, è iniziato il primo “Campo ecologico” che sta vedendo la partecipazione di tantissimi giovani ragazzi e ragazze del Comitato Giovani No Tav e di molte realtà ecologiste piemontesi.
Sono state molte le assemblee e i momenti di confronto che si sono susseguiti nei giorno scorsi, all’interno dei quali tutti gli attivisti e le attiviste presenti, concordavano sulla forte urgenza di agire in maniera incisiva e visibile contro la devastazione ambientale e sulla necessità di un’inversione di rotta per quanto riguarda le politiche climatiche presenti nel nostro paese.
La problematica maggiore che è emersa durante i dibattiti, è stata quella legata al silenzio della politica e delle istituzioni italiane di fronte alla necessità di affrontare la crisi climatica.
Inoltre, si è ribadita l’inutilità della creazione di un “ministero della transizione ecologica” dal momento che, è ormai evidente che dietro a quel nome così suggestivo si nasconda solamente la perpetuazione del più grande esempio di greenwashing a livello nazionale.
Come naturale conseguenza dei momenti di confronto tra i partecipanti al “Campo Ecologico”, nel pomeriggio di oggi, durante una giornata di iniziative al nuovo fortino di San Didero, è stata organizzata una passeggiata informativa sui terreni coinvolti dalla devastazione ambientale portata avanti da Telt.
Gli attivisti e le attiviste, con cori e battiture, hanno poi disturbato l’(in)operato delle forze dell’ordine che da mesi occupano questa cattedrale nel deserto e successivamente, hanno deciso di bloccare gli accessi del cantiere, incatenandosi al cancello principale impedendo, di fatto, il cambio turno.
Contemporaneamente, un altro gruppo, “armato” di tende e cartelli, si è diretto all’ingresso della ditta Eslo Silos, sedendosi di fronte all’entrata di questa azienda complice da anni della distruzione del territorio valsusino in quanto coinvolta sia nella realizzazione del cantiere di Chiomonte, che nella costruzione del fortino di San Didero, in nome di quei posti di lavoro promessi e dati dai promotori della mala opera che non si sono dimostrati altro che un vero e proprio “specchietto per le allodole” dietro il quale, da anni, si nasconde chi specula sulla devastazione ambientale per arricchirsi.
Improvvisamente, un camion con a bordo un operaio della ditta, si è scagliato contro gli/ le attivist* e, noncurante della situazione che aveva di fronte, ha tentato di forzare il blocco pacifico, rischiando di travolgere chi si trovava sulla strada, distruggendo una delle tende che erano state montate e provocando il ferimento della mano di un ragazzo. Una scena, questa, a cui ha assistito anche un ingente dispiegamento di forze dell’ordine solertemente chiamate a difendere il fortino e che, naturalmente, non ha mosso un dito per tutta la durata della scena.
Un episodio davvero grave che sarebbe potuto andare davvero peggio e a cui non vorremmo e dovremmo mai più assistere. Un episodio che fa venire la pelle d’oca e che necessariamente porta il pensiero ad Adil.
Non è possibile che ancora oggi qualcuno si trovi protagonista di situazioni di questo tipo, non è umanamente accettabile che, ancora oggi, a poca distanza dell’enorme tragedia vissuta da Adil e dalla sua famiglia, ci si trovi costretti a vedere o essere partecipi a scene di questo tipo.
Nonostante questo momento molto concitato, tutti i presenti hanno continuato a resistere sia davanti ai cancelli della ditta che a quelli del cantiere di San Didero, manifestando la loro contrarietà alla costruzione della linea Alta Velocità Torino – Lione e ribadendo con forza che un futuro libero dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dell’uomo sulla natura é possibile e deve essere necessariamente costruito da subito in una vera e tangibile ottica di inversione di marcia rispetto alle politiche climatiche.
La giornata si è poi conclusa con un apericena condiviso alla “moda No Tav” e con la presentazione del libro “ Non siamo tutti sulla stessa barca” di Giorgio Brizio.
Il “Campo Ecologico” continua: appuntamento domani alle 10,30 al presidio di Venaus per la passeggiata ai Mulini dove si svolgerà l’assemblea sulle grandi opere!
Avanti No Tav, sarà una lunga estate di lotta!