Venerdì un gruppo di no tav è andato a contestare il ministro Cingolani al festival dell’ipocrisia anche detto “Repubblica delle idee”. Riportiamo di seguito il loro comunicato
Oggi abbiamo contestato il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani presente a Bologna in occasione del Festival de “la Repubblica”, in cui viene intervistato sulla “rivoluzione verde” che le istituzioni si dicono pronte a dirigere, all’interno del quadro europeo, al livello nazionale.
Le dichiarazioni a proposito di quali saranno le priorità e le modalità della transizione rilasciate in questi giorni dal Ministro sono però già molto eloquenti.
I principali punti programmatici riguardano l’indipendenza energetica, l’industria e i trasporti, quindi ovviamente la continuazione del progetto Tav.
Rispetto ai trasporti ribadisce la centralità del progetto della TAV come “coraggioso cambiamento al quale non possiamo sottrarci”. Ci chiediamo come, dopo anni in cui il mito dell’utilità e della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) dell’opera è stato sfatato punto dopo punto tutti i governi che si susseguono ritornino alla carica col progetto.
Non vediamo nessun “coraggioso cambiamento”, ma anzi l’eterna riproposizione di una dinamica di sprechi e corruzione che per anni ha svuotato le casse dello Stato e riempito le tasche di mafiosi e speculatori di ogni genere. Basti pensare all’ultima follia dell’autoporto di San Didero: 54 milioni di soldi pubblici per costruirlo e 5 milioni soltanto per costruire una caserma.
Cingolani sostiene che la TAV si fondamentale per “ridurre il traffico su gomma”, peccato che i trasporti di merci sulla tratta Torino Lione sia diminuito drasticamente negli ultimi anni.
La transizione all’elettrico affidata a stallantis, la riconversione delle industrie inquinanti come l’ILVA tutta volta alla possibilità di essere maggiormente competitivi in Europa ci mostrano che i privati dirigono gli investimenti, quelli a cui viene affidata la transizione e quelli che ci guadagnano come succede alle aziende private che fanno enormi profitti utilizzando i fondi pubblici dati dal governo per un ecomostro come la TAV.
Ci chiediamo allora se, dati tutti i benefici che ne traggono, saranno gli stessi privati a pagarla.
La risposta ce la da’ il Ministro: “Bisogna fare dei cambiamenti radicali che hanno un prezzo. Di conseguenza dovremo far pagare molto la CO2 con conseguenze, ad esempio, sulla bolletta elettrica”, “(..) quando dicevo che è un bagno di sangue è perché ha dei costi”.
Quindi saremo noi a pagarla, e due volte!
La prima, quando ci ritroveremo in bolletta il costo dell’inquinamento prodotto da aziende che ci hanno guadagnato finora.
La seconda, quando restituiremo la quota in prestito dal Recovery Fund e finirà la sospensione del patto di stablità.
La Repubblica, giornale servo degli interessi del padronato e veicolo della narrazione dominante, indice un Festival a tema “Diritto al futuro”.
Ecco, come giovani, il futuro che ci volete consegnare: l’estinzione di massa subito oppure una falsa transizione che ricadrà tutta sulle nostre spalle.
Mentre i vostri cambiamenti radicali sono cambiare tutto per non cambiare niente, ed il prezzo lo paga la popolazione, il nostro cambiamento radicale è del modo di produzione, ed il prezzo lo paghino i veri responsabili.
E se Cingolani vuole venire in Valle di Susa a vedere “le mega talpe al lavoro” saremo lì ad aspettarlo!
Per questo saremo anche al G20 sull’ambiente a Napoli il 22 luglio e poi al convegno nazionale del 24 luglio sulla contraddizione capitale-natura e le lotte ambientali!
CONTRO LA CRISI ECOLOGICA SERVE UNA EXIT STRATEGY!