23, 30 gennaio, 6 febbraio 2021 – San Didero, Valsusa (To)
Se non usiamo la conoscenza del passato come un’arma per combattere le ingiustizie del presente, celebrare stanche “giornate della memoria” non è soltanto inutile, ma rappresenta un ulteriore insulto alle vittime che si dice di voler celebrare. Infatti, è nel silenzio complice dei mass-media e della cosiddetta “comunità internazionale” che al giorno d’oggi continuano a ripetersi pulizie etniche, guerre, spoliazioni e massacri di popoli e minoranze che però, nonostante tutto, continuano a resistere.
Le montagne del pianeta continuano a essere, in questi conflitti, un baluardo di riscossa: per gli armeni del Nagorno Karabakh (sui monti del Caucaso), per i berberi in Nord Africa (nella catena dell’Atlas) e per i curdi in Medio Oriente (sui monti Zagros e Toros). Situazioni molto diverse tra loro, ma accomunate dall’opposizione a tentativi statali di assimilazione e genocidio (fisico e/o culturale), e dalla sperimentazione di percorsi di resistenza e autonomia.
Ne parleremo in tre incontri al presidio ex autoporto di San Didero, un’esperienza nata per riappropriarsi della nostra terra e difenderla da ulteriori devastazioni, e in cui vogliamo anche confrontarci con altre esperienze e modalità di vivere e di combattere.
Sabato 23 gennaio, ore 18:00
“Siamo le nostre montagne”
il popolo armeno tra genocidi, guerre e autodeterminazione
con Ani Karamanukyan + proiezione materiale multimediale
Nell’autunno 2020 l’Azerbaijan ha attaccato militarmente l’Armenia e ha conquistato parte del Nagorno Karabakh (Artsakh), enclave armena nel territorio dello Stato azero. Così oggi, nell’indifferenza della “comunità internazionale”, le montagne del Caucaso sono teatro di una nuova pulizia etnica ai danni della comunità armena, ravvivando una secolare storia di oppressione e genocidio contro cui, malgrado tutto, il popolo armeno è riuscito a resistere e a difendere la propria identità.
Sabato 30 gennaio, ore 18:00
“Un solo amico, le montagne”
la lotta di liberazione sui monti del Kurdistan
con H.Agît + proiezione del film “Bakur”, di Ç.Demirel e E.Mavioglu, 2015 [92′]
I monti del Kurdistan (tra Iran, Iraq, Turchia) sono stati, nei millenni, roccaforte e rifugio di popoli in fuga, ribelli, guerriglieri, e teatro del millenario conflitto tra società egualitarie-matriarcali e civiltà gerarchiche-patriarcali. Oggi in quelle terre liberate dalla guerriglia del PKK, migliaia di giovani donne e uomini vivono in maniera comunitaria, senza denaro, classi, proprietà privata, sperimentando qui e ora la liberazione dall’oppressione e dal capitalismo e costituendo la spina dorsale delle esperienze rivoluzionarie in Rojava e in altre parti del Kurdistan.
Sabato 6 febbraio, ore 18:00
“La terra degli uomini liberi”
i Berberi del Maghreb e la lunga resistenza all’assimilazione
con Karim Metref + proiezione materiale multimediale
In Nord Africa, secoli di arabizzazione, islamizzazione, colonialismo, dittature e assimilazione culturale, non sono riusciti a cancellare l’esistenza e la resistenza dei popoli Amazigh (Berberi). A cavallo di confini artificiali tra Stati nazione che non riconoscono, dai Tuareg dei deserti di pietre ai pastori degli altipiani dell’Atlante, dai Saharawi del Fronte Polisario ai montanari della Cabilia o del Rif, un variegato mosaico di popoli ha elaborato un incredibile bagaglio di culture, forme di convivenza, dissenso, rivolta, accomunato, oltre che dalla comune lingua madre, da un’indomita passione per l’autogoverno e per la libertà.
Tutti i sabati, a seguire: aperitivo
Per chi arriva da altri comuni, in caso di controlli, è possibile presentare autocertificazione con scritto: “partecipazione a iniziativa statica presso presidio notav, loc. Baraccone, s.s.24, San Didero (To)”