Trenitalia taglia in modo impressionante i treni Alta Velocità da e per Torino: -38% treni per Milano, -85% quelli per Bologna, -93% per Firenze, -80% per Venezia. Riduzioni solo in parte compensate da Italo.
Una vera ecatombe che andrà in onda da metà dicembre con l’orario invernale.
A suonare l’allarme ieri mattina è stata La Stampa di Torino (link). Pensare che, giusto un anno fa, le stesse pagine facevano da megafono moltiplicatore alla meteora, durata meno di una stagione, delle madamine torinesi (con un lungo codazzo di “madamini” politici). Urlavano SI TAV perché Torino sarebbe “isolata dall’Europa” (balla clamorosa), chiedendo il Tunnel sotto le Alpi per andare a Lione. E ora, in una nemesi perfetta, scopriamo che Torino sarà isolata dall’Italia, proprio grazie al TAV.
Già, perché questo è di fatto un crollo verticale dei collegamenti lunga percorrenza, dove i treni AV hanno fatto terra bruciata dei vecchi InterCity, ormai in via di estinzione.
Ma è tutto il concetto dell’Alta Velocità italiana ad essere messo in crisi. Una colossale bolla che sta per scoppiare: infrastrutture dal costo faraonico senza una domanda di trasporto che ne giustifichi l’esistenza. Infatti ora i gestori (che non riescono più a star dentro ai costi stellari) tagliano drasticamente le corse. E, contestualmente, vengono al pettine i “nodi” irrisolti della rete ferroviaria, quelli urbani. Dove si continua ad andare a passo di lumaca costretti in capacità di transito insufficienti a garantire il servizio sull’unica domanda che continua ad esplodere: quella del trasporto pubblico locale.
Come nel caso di Milano, che ora fa da tappo per i treni che non raggiungeranno più Torino.
Bel travaj care madamin! Il Movimento No TAV lo diceva già trent’anni fa.