A Milano si susseguono a ritmo serrato le udienze sulla cosiddetta cricca dei favori della procura di Torino. Al centro dell’inchiesta c’è una vecchia conoscenza del movimento notav, il PM Andrea Padalino, procuratore del pool anti-notav incaricato per anni, assieme al collega Rinaudo, della repressione del dissenso in Val di Susa. Avevamo già riferito quanto emergeva dalle carte processuali qui, qui e qui. Sono fatti che, d’altronde, il movimento notav ha denunciato per anni nel silenzio generale delle istituzioni: assegnazione pilotata dei casi secondo criteri politici, gestione opaca dei dossier, collusione tra organi giudiziari e di polizia. Lo schema era consolidato. Il PM Padalino faceva in modo di essere assegnatario di alcuni fascicoli che gli venivano segnalati dall’appuntato dei carabinieri Renato De Matteis in modo che questi potesse far prendere alle indagini una corsia preferenziale. In cambio arrivavano cene di lusso, vini e altri favori. Durante le udienze veniva poi sistematicamente nominato come difensore l’avvocato Pierfranco Bertolino, il terzo uomo della cricca nonché altra vecchia conoscenza del movimento notav. È lui che, in tutti questi anni, ha difeso poliziotti e sindacati di polizia come parte civile nel processi contro gli attivisti valsusini. A quanto emerge a volte, come nel caso di Pentinicchio, finanziere di Novara condannato a 5 anni e 6 mesi per sfruttamento della prostituzione, sembra che Padalino incontrasse direttamente gli imputati e preparasse la difesa in tandem con l’avv. Bertolino.
Da ieri sono emersi ulteriori e se possibile ancor più inquietanti dettagli. Un uomo della scorta di Padalino, Davide Barbato, era incaricato di tenere i contatti tra il PM e l’imprenditore Giulio Muttoni. Padalino chiedeva a Muttoni di ricambiare non meglio precisati favori con biglietti per sé e per la propria consorte per vari concerti, come quello di Ligabue a Torino. Gli ingressi venivano offerti attraverso la società Set Up Live, numero 1 della vendita di biglietti per eventi e concerti nel capoluogo piemontese, riconducibile a Muttoni. La società, oggi chiusa, è stata interdetta per mafia il 29 agosto 2015. Sembra che tra i beneficiari degli ingressi omaggio non ci fosse solo Padalino ma anche alcuni affiliati alla ndrangheta coinvolti nell’inchiesta San Michele… l’inchiesta che ha certificato che la ‘ndrina di San Mauro Marchesato ha svolto importanti lavori nel cantiere per il tunnel geognostico del TAV in Val Susa.