La farsa intorno al percorso istituzionale della Torino Lione sta raggiungendo scenari grotteschi.
Ma nulla di nuovo: l’intreccio di poteri ed interessi che contraddistingue il Tav è lineare da 30 anni, tant’è che adesso stiamo assistendo a scenari sempre più strani in quella pubblicazione dell’analisi costi/benefici che dovrebbe far decidere il governo su cosa fare.
A muovere questo spirito Si Tav non è il “futuro del’Italia” o dei “collegamenti europei” come vorrebbero farci credere madamin e commentatori da salotto, ma pura campagna elettorale e spartizione/garanzia di poteri come è sempre stato, con una sola novità: lo schieramento di potere al governo.
E così nell’ottica di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte si parla di “Mini Tav”, intendendo la realizzazione del solo tunnel di base, e nel percorso dell’analisi costi benefici si inserisce l’Avvocatura dello Stato che visto il nome, fa l’avvocato…sì ma del potere, visto che si sta facendo garante di faslità, come quelle delle penali, e avvalla coem uniche fonti quelle di chi vuole realizzare l’opera, come Telt, società nata solo per fare l’opera.
Pubblichiamo qui di seguito 10 domande rivolte a chi deve decidere, pubblicate su presidioeuropa.net, che chiedono chiarezza.
Da parte nostra, aspettiamo ai soliti posti, con gli scarponi a portata!
Ecco le 10 domande
1. – Il Presidente del Consiglio, l’Avvocato Professore Giuseppe Conte? agisce nell’interesse dello Stato Italiano, oppure si fa dettare la linea dalle lobby italo-francesi del TAV?
2. – Quali interessi difende l’Avvocatura dello Stato che, informano i giornali, sarebbe impegnata in un “analisi giuridica” del progetto TAV?
3. – Difende veramente quelli dello Stato italiano e dei suoi cittadini?
4. – Oppure vagheggia di presunte penali facendo il copia-incolla delle cifre sapientemente preparate dai promotori dell’opera?
5. – Come farà l’Avvocatura dello Stato a rendere plausibile l’esistenza di penali, quando è pubblico, evidente e notorio che nessuna penale o rimborso è prevista negli accordi e nei contratti TAV, né verso la Francia né tantomeno verso l’Europa?
6. – Non pare un curioso caso quello di un Paese nel quale l’Avvocatura dello Stato valuta l’opportunità di rinunciare ad una spesa colossale per un’opera non conveniente basandosi proprio su informazioni fornite da chi vuole realizzare l’opera a tutti i costi?
7. – È al corrente il Presidente del Consiglio che, sempre sulla base delle informazioni dei media, l’unica fonte dei dati finora esaminata sarebbe la relazione predisposta da TELT, Promotore Pubblico incaricato e responsabile della realizzazione e della gestione del Tunnel di Base della Torino-Lione, presieduta da Hubert du Mesnil?
8. – È al corrente il Presidente del Consiglio che Hubert du Mesnil è anche il presidente dell’Istituto per la Gestione Delegata che milita per la privatizzazione delle grandi opere e nel cui Consiglio di Amministrazionesiedono le principali imprese di costruzione francesi?
9. – È al corrente il Governo che il progetto transfrontaliero finanziato dalla Ue Torino-Lione corrisponde al tunnel di base di 57,5 km e a nient’altro?
10. – È al corrente il Governo che i soldi oggi disponibili nel bilancio dello Stato sono solo relativi al tunnel transfrontaliero e non alla collina morenica che quindi viene utilizzata soltanto come specchietto per le allodole inventandosi di togliere ciò che non è mai stato messo?