Agli imprenditori delle OGR consigliamo, invece di trovare il modo di fare impresa con i soldi pubblici, di rendersi conto del mondo in cui viviamo, e capiranno che la priorità non sarà mandare merci a Lione a tutta velocità, ma muoversi in maniera intelligente e pulita nelle nostre città e nel nostro Paese, ne guadagnerebbe la salute dei cittadini e il Pil del Paese
Con i soldi di 10 km di TAV a Torino si costruirebbero 16 km di nuova metropolitana.
La grande reunion di oggi alle OGR è inedita, è vero, perché non abbiamo mai visto tante sigle riunirsi in altri momenti, dall’inizio della crisi globale per rilanciare l’economia. Non commentiamo l’opportunità di questa mobilitazione delle “classi produttive” (termine giornalistico che di per sé denota un certo disprezzo per chi lavora invece di fare il dirigente, come se noi altri fossimo “improduttivi”), ci limitiamo a notare che ben poco attivismo imprenditoriale si è visto quando la disoccupazione giovanile ha toccato il 40% o quando le infrastrutture da nord a sud sono crollate facendo vittime e feriti. L’alzata di scudi c’è solo quando i ben poco intraprendenti imprenditori rischiano di perdere una ricca commessa di soldi pubblici.
Perché diciamolo francamente, si è oggi parlato tanto di crescita e sviluppo ma mentre arrivavano i dati che annunciano già una nuova grande recessione ciò che risulta sempre più evidente è che siamo davanti al canto del cigno di una classe industriale capace in questi anni di fare impresa solo con le casse dello stato, a fondo perso chiaramente, altrimenti delocalizzazione immediata.
Facciamo fatica quindi ad accettare lezioni da chi vorrebbe far crescere il Pil solo con finanziamenti europei divisi tra le solite compagini a danno del Paese reale, che del Tav non se ne farà nulla: non ci guadagnerà, non troverà lavoro e non ci viaggerà.
Se si vuole investire sullo sviluppo e sull’innovazione, generando benessere e posti di lavoro suggeriamo agli imprenditori impegnati, di fare due conti e farlo proprio da domani, visto che a Torino e in 11 comuni della Provincia (e in tutte le regioni della pianura Padana) scatterà il blocco del traffico a causa dell’inquinamento da polveri PM10, che soffoca una vasta area del Paese con relativi effetti sulla salute.
Non è una novità visto che la valle Padana è una delle aree più inquinate del pianeta e a Torino il traffico stradale produce lì80% delle emissioni di PM10.
Mentre è cresciuta la smania di andare a Lione ad alta velocità, sulla tangenziale di Torino passano 240.000 veicoli al giorno in tangenziale: più di 50 volte tanto, con relativo “omaggio” di emissioni inquinanti.
Negli stessi vent’anni Lione ha messo in servizio 30 km di metropolitana con la quale si muovono 740.000 persone al giorno. Oggi Torino, malgrado abbia il doppio di abitanti rispetto a Lione, ha solo 13 km di metropolitana con meno di 100.000 viaggiatori al giorno.
Con i soldi di 10 km di TAV si fanno 16 km di nuova metropolitana.
P.S.
Una grossa risata ce l’ha strappata il presidente di confindustria Boccia delineando scenari catastrofici per l’economia italiana se si dovesse rinunciare al progetto della seconda Torino-Lione. Lo stesso Boccia che delineava una perdita secca di 600’000 mila posti di lavoro e un calo del pil di quattro punti in caso di NO al referendum costituzionale. Gli industriali possiamo capirli, una rapina ai danni del contribuente come il TAV non ricapita per altri 30 anni e bisogna giocarsi il tutto per tutto. Ma UN giornalista in tutta Italia a chiedere conto di quanto detto in passato invece di ripetere a pappagallo nuove bugie non si trova proprio vero?