Si è conclusa dopo diverse ore l’assemblea nazionale contro le grandi opere inutili e imposte tenutasi a Venaus, nella borgata 8 dicembre, luogo simbolico per i notav perchè sorta al posto del primo cantiere Tav, liberato dalla popolazione l’8 dicembre 2005.
Quale luogo migliore per accogliere oltre 40 comitati territoriali provenienti da tutta Italia, da Venezia alla Sicilia, per discutere di come proseguire insieme un percorso iniziato da molto tempo che ha visto a Venezia, la sua prima tappa.
Ore di interventi aperti dalla Valle di Susa, proiettata verso l’8 dicembre e proseguita in un crescendo di analisi ed idee per attrezzare i movimenti alle sfide future, partendo da specificità singole per confluire in una grande mobilitazione nazionale che sappia parlare il linguaggio della sfida ad una visione del mondo obsoleta e pericolosa per tutti.
I cambiamenti climatici e le azioni da intraprendere per fermare l’avanzata della devastazione dei nostri territori sono stati gli argomenti di molti interventi, individuando da subito, nelle vertenze territoriali la risposta più moderna ed efficace per gettare le basi di una campagna di mobilitazione che vedrà confluire tutti e tutte in una grande manifestazione nazionale a Roma il 23 di marzo prossimo.