Una fuga di notizie ed ecco che un’indagine che doveva restare riservata finisce sulle prime pagine di alcuni quotidiani locali.
Grazie a ciò che viene scritto scopriamo il perché del trasferimento repentino del pm con l’elmetto Padalino (fa anche rima) alla procura di Alessandria. Lui, pm tutto d’un pezzo, ultras del Tav e sempre impaziente a ritagliarsi pezzi di notorietà, a quanto pare risulta sottoposto a procedimento disciplinare da parte del Csm per violazioni di procedure (per ora).
Andando a fondo nella vicenda, sempre stando ai quotidiani locali, si evince come una piccola organizzazione parallela, una cricca di amici composta da magistrati, giudici, polizia giudiziaria, avrebbe “piegato” alcune indagini a scopi di natura personale per ricevere vantaggi, prebende ecc…
Il casus belli pare essere il furto di un server della polizia giudiziaria, un’indagine di poco conto per cui il pm Padalino avrebbe fatto carte false per vedersela assegnata. Da li il tentativo di alcuni carabinieri di incastrare un loro collega che portava avanti inchieste sgradite alla cricca e la loro necessità di avere un pm Padalino, così afferma “La Repubblica”, pronto a firmare carte per indagini non ufficiali…
Ma non basta. Ad essere indagati anche l’appuntato dell’ufficio di Padalino e, udite udite, il prode difensore di parte civile nel maxiprocesso contro i No Tav, Pierfranco Bertolino. Bertolino è lo stesso che nel 2013 denunciò di aver ricevuto tre proiettili (e gli fu dato ampio risalto dalla stampa locale), quello descrisse così il movimento: ““La Valle di Susa è stata trasformata in un parco divertimenti per delinquenti. Gente che, quando non sa cosa fare, va in valle. E la cosa peggiore è che sono persone che con la valle e con il Tav non hanno nulla a che fare” e che nel processo per terrorismo per un compressore bruciato fu avvocato del sindacato di polizia Sap.
Non ci esaltiamo per le inchieste giudiziare, sia chiaro, anche grazie a personaggi come Padalino abbiamo ben presente quali siano i nostri luoghi preferiti e il tribunale non è sicuramente uno di questi.
Ci viene da chiedere però se dopo i dossier su Rinaudo , l’altro pm con l’elmetto, le inchieste su Padalino e su quasi chiunque abbia sventolato la bandiera anti No Tav, esiste un modo migliore per dimostrare l’inconsistenza e la parzialità di chi nell’ultimo decennio ha messo in campo una vera e propria crociata contro il nostro movimento.
Non sappiamo quale sia il detto migliore con cui chiudere queste poche righe, “ride bene chi ride ultimo””tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” “chi di spade ferisce, di spade perisce”insomma… forse tutti e molti di più, sta di fatto che noi adesso ci facciamo una grande risata perché a differenza di altri….siamo ancora qua!
Avanti No Tav!