Comunicato e Appello del Movimento notav
L’11 aprile la Cassazione emetterà la sentenza definitiva sul maxi processo notav.
Un processo, di chiara connotazione politica, nel quale sono stati imputati 53 notav per le giornate del 27 giugno, lo sgombero della Maddalena, e l’assedio al cantiere del 3 luglio 2011, che in primo grado si è svolto in un clima surreale, con udienze settimanali, nell’aula bunker del carcere delle Vallette. La magistratura ancora una volta, ha dimostrato con un’ accusa strumentale e feroce, comminando pene esemplari, il chiaro intento intimidatorio nei confronti di tutto il popolo notav.
In primo grado erano state 47 le condanne per un totale di 142 anni e 7 mesi di reclusione in tutto, con pene inflitte dalla Corte che hanno superato persino le richieste della Procura.
Una vendetta di stato la definimmo allora (e lo ribadiamo oggi), perché capace di infliggere a 53 notav più anni di galera degli autori del disastro del Vajont ( ben 130 anni in più).
Oltre alle condanne sono state inflitte a vario titolo risarcimenti, provvisionali e spese processuali per cifre enormi.
Nel secondo grado le condanne sono scese a 38 con la Corte d’Appello che ha ritenuto importante ribadire nella sentenza che «il comportamento delle forze di polizia è stato pacato, misurato e in linea con le direttive contenute nei provvedimenti dei vertici degli uffici e degli ordini dati sul campo», anche quando i fatti documentati dimostrano che non è proprio andata così (vedi Operazione Hunter o i 4.357 lacrimogeni lanciati contro i noi il solo 3 luglio 2011)
Ora si arriva alla sentenza definitiva e le condanne potranno diventare esecutive (a meno che la corte non accolga, anche in parte, i numerosi ricorsi che potrebbero annullare parte o tutta la sentenza e rinviare gli atti per un nuovo processo) così come le provvisionali e i risarcimenti, che sono circa 145.000,00€ le provvisionali (a titolo di parziale risarcimento delle diverse parti civili costituite tra cui Telt, sindacati di polizia e Ministeri) e 250.000,00€ di spese legali (parcelle degli avvocati di parte civile).
Per questo non vogliamo far mancare la nostra solidarietà a tutti e tutte, perché ognuno di noi poteva essere imputato in questo processo, perché in quelle giornate c’eravamo tutti, con il corpo e con il cuore.
Sono giornate impresse nella nostra storia, collettiva e di popolo, che non troverà mai la giusta verità in un’aula di tribunale perché ci siamo abituati, ma mai rassegnati, a vedere riscritti fatti che ci riguardano secondo la penna e il codice penale di chi, in qualche modo, si è sempre schierato dalla parte dell’opera e del sistema tav.
Abbiamo sempre avuto ragione, e anche oggi i fatti lo dimostrano, ma siamo sempre stati trattati come “casi penali” da chi ha molteplici interessi nella costruzione della linea e nella sconfitta di un movimento popolare capace di scrivere la storia di questo Paese, senza paura, con la propria lotta e senza chinare mai la testa. Nemmeno quando hanno provato a piegarci con gli arresti, con centinaia di processi, centinaia di migliaia di euro di risarcimenti e capi d’imputazione sempre più duri fino ad arrivare alle imputazioni per terrorismo.
La magistratura è stata un grimaldello della politica, che non avendo veri strumenti e argomenti per contrastarci, ha delegato tutto al piano penale e repressivo, per piegarci e spaventarci, ma non ha mai ottenuto l’effetto desiderato.
Siamo ancora qui, con lo stesso entusiasmo di un tempo, fieri delle nostre battaglie e sempre più convinti (e documentati) delle nostre ragioni.
Abbiamo imparato a camminare insieme, e non lasciare indietro nessuno, in nessuna occasione, e per questo anche l’11 aprile vogliamo far sentire la nostra vicinanza ai notav imputati con iniziative in Valle e a Roma, davanti alla Corte di Cassazione, dove verrà letta la sentenza.
Per questo chiediamo la collaborazione di tutti e tutte a costruire i due appuntamenti, rilanciando anche un’assemblea popolare per Venerdì 13 Aprile, al Palanotav di Bussoleno.
Avanti notav!
Il Movimento Notav