Avremmo potuto leggere di 3 nuovi ospedali costruiti in Piemonte, invece ciò che raccontano con osannazione i giornali è la fine dello scavo di sondaggio della Torino-Lione. Il tunnel vero e proprio è ancora lontano, tuttavia sono già stati spesi (dicono loro) 173 milioni di euro, quasi 3 ospedali nuovi appunto. È così che i primi danari vanno via in fumo, l’abbiamo detto tante volte e mai ci stancheremo. Leggere questi dati fan ben capire, in un periodo così delicato di crisi economica per l’Italia, che certe cifre spese a favore di un’opera così inutile e dannosa evidenzino le priorità dei governi che si sono succeduti nello spingere per costruire quest’opera. Avremmo potuto avere altro di più utile, invece accontentiamoci di un bellissimo buco in una montagna.
Ma c’è un’altra cifra che fa parlare, la spesa in sicurezza: 20 milioni di euro! Ed è proprio in questa cifra che si esprime la determinazione dei signori del tav. Ditte mafiose, politici, affaristi e soci vari, pronti a tutto per tutto, anche a farci spendere cifre manco fossimo in guerra, pur di tutelare il loro tesoretto. Ed a questi sarebbero da aggiungere le spese di movimentazione degli agenti, del loro mantenimento, hotel nei quali dimorano, ecc…
Leggiamo ancora dai dati che la stessa Telt ci fornisce (società responsabile dei lavori) le cifre occupazionali. Ebbene la TAV ha risolto la disoccupazione in Val Susa! Ben 70 Valsusini ad oggi possono dire d’aver lavorato per il cantiere. Li vediamo sorridenti nella foto pubblicata sul sito Telt. Quindi erano loro il problema occupazionale della Val Susa? Un numero così insignificante al confronto di quanto venduto come scusante da essere una grande pagliacciata, un bluff che ormai non prende in giro più nessuno pensando a cosa quei quasi 200 milioni di euro avrebbero potuto fare altrove.
È così che tentano di procedere, tra festeggiamenti di scavi reali mai iniziati (adesso parlano di 2018/2019) e selfie di 20 stipendiati che, a ben vedere dai costi che avrà, quella linea ferroviaria quegli stessi operai non potranno mai permettersela, ammesso riuscissero mai a finirla.
Ma a Chiomonte paese l’aria che si respira è ben diversa. L’ex sindaco Pinard ha ormai rotto l’idillio con il suo successore Ollivier e tra i due non passa neanche un saluto. Fallito nella sua carriera politica Pinard non è da meno neanche nelle sue imprese private con stipendi da pagare e mezzi pignorati. Il bar dei sitav frequentato dagli operai del cantiere è in vendita e la vetrina rotta durante un’azione no tav è ancora lì in attesa dei soldi di Foietta e Virano che forse non arriveranno mai. Il museo archeologico chiuso dal 2011 rischia la medesima sorte per decenni, il parco retrostante è invece andato distrutto sotto i cincolati delle ruspe del cantiere. La Colombera, un’area stupenda immersa nei vigneti rischia di essere devastata dall’allargamento del cantiere e la medesima sorte rischiano i mulini della val Clarea. Il tanto promesso svincolo autostradale ancora non è stato costruito, turisti non ne sono arrivati e il progetto prevede invece una rampa di cantiere ad uso esclusivo dei mezzi d’opera del cui progetto per ora non si ha traccia. Insomma se vogliamo vedere qualcuno felice bisogna spostarsi a Venaus, paese che ha vinto la battaglia contro il cantiere nel 2005. Qui oggi si vede un rifiorire di attività e di iniziative anche grazie al nuovo festival ad alta felicità e all’impegno dell’amministrazione locale che in questi anni ha scelto la lotta al progetto e alla devastazione.
Così, come al solito, ridendo della vostra goffaggine rilanciamo alla lotta. Ogni torto fatto alle nostre montagne è un motivo in più per noi di continuare a resistervi, ogni euro sottratto alla nostra comunità è voglia di riprendersi ciò che è nostro. E lo faremo, come ben sapete, fermandovi, perché ride bene chi ride ultimo.
A sarà dura!