Ha fatto giustamente scalpore la notizia del caso dello stupro su una bambina di sette anni caduto in prescrizione dopo un processo lungo 20 anni. La giudice della Corte d’Appello di Torino, ieri ha emesso la sentenza prosciogliendo il violentatore, condannato in primo grado a 12 anni di carcere dal tribunale di Alessandria, perché è trascorso troppo tempo dai fatti contestati: vent’anni. La bambina di allora oggi ha 27 anni. All’epoca dei fatti ne aveva sette.
Un fatto spregevole, di una gravità inaudita, almeno quanto il fatto in oggetto. Si sono sprecate le prese di posizione del sistema giudiziario piemontese, che piangendo lacrime di coccodrillo ha detto tramite il procuratore generale Saluzzo che h affermato che “l’Appello un collo di bottiglia“.
Da anni (e a ragion veduta) ormai denunciamo i tempi sospetti dei processi, ( e invitiamo la visione del docu-film Archiviato in merito) in primo grado e in appello, imbastiti dalla procura di Torino contro il movimento notav, ribadendo più volte come ci sia una corsia preferenziale per i fatti che ci vengono attribuiti, di lieve entità e tutti connessi al conflitto sociale, rispetto ad altre cause…ed oggi questi sono i danni che questo modo d’intendere “la giustizia” crea, arrivando a liberare uno stupratore per avvenuta prescrizione.
Parliamo di questo fatto con rabbia ed infinito dolore, ma consapevoli che le lacrime versate dai togati torinesi sono sono lacrime di coccodrillo, ipocrite ed in taluni casi in malafede. E lo dimostriamo con l’ultimo fatto avvenuto e comunicato proprio oggi, del qual riportiamo la news dall’Ansa:
“Poco più di nove mesi sono bastati alla Corte d’appello di Torino per fissare il processo a tre attivisti No Tav imputati per disordini scoppiati nel 2015 in Valle di Susa durante una manifestazione. La sentenza di primo grado (tutti condannati a due anni e sette mesi) è del 21 giugno 2016, l’appello si aprirà il prossimo 31 marzo. Il provvedimento è stato comunicato oggi alle parti in causa. “Evidentemente – commenta l’avvocato Cristina Patrito, che assiste gli imputati con i colleghi Danilo Ghia e Claudio Novaro – i No Tav sono oggetto di attenzioni anomale rispetto ad altri. In un contesto, quello torinese e piemontese, in cui vengono trascurati processi di ben più grave allarme sociale”. I tafferugli scoppiarono il 27 gennaio 2015 nel corso di una dimostrazione di protesta contro la sentenza, pronunciata quel giorno, del maxi processo ai No Tav per gli scontri dell’estate 2011.(ANSA)”
In realtà la sentenza è stata depositata il 12.7.16, poi calcolando l’ interruzione termini per il mese di agosto, alla Corte l’appello è arrivato presumibilmente verso ottobre. Quindi in realtà sono bastati 3 – 4 mesi per fissare la data alla Corte.
Per semplificare ancora: Udienza preliminare 13.11.2015, appello 31.3.2017
Quindi sono serviti 20 anni per un processo per stupro ad una bambina e ne sono bastati 2 anni per un processo contro i notav
Tutto ciò non perchè ci sentiamo al centro del mondo, ma perchè come volte accade l’ingiustizia, alla quale in molti gridano, ha nomi, cognomi e responsabilità ben precise, e non ci stancheremo mai di denunciarlo pubblicamente. Vergogna!