E’ con estrema rabbia che comunichiamo come, nonostante l’ordine di scarcerazione di Luca risalga a due giorni fa, egli è ancora in carcere.
I motivi vanno individuati nell’ordnanza del giudice che, oltre a disporre gli arresti domiciliari, ha aggiunto l’utilizzo del “braccialetto elettronico“, dispositivo destinato al controllo delle persone sottoposte agli arresti domiciliari o alla detenzione domiciliare che si applica alla caviglia e permette all’Autorità giudiziaria di verificare a distanza e costantemente i movimenti del soggetto che lo indossa. Nel caso di alterazione o manomissione del braccialetto, è previsto il ritorno in carcere e una pena aggiuntiva.
Una misura quindi prevista dal codice, che però appare all’oggi del tutto sproporzionata rispetto all’entità dei reati contestati a Luca.
Sappiamo che La Telecom, che a suo tempo ebbe l’appalto di gestione da parte del Ministero, è garante della disponibilità di tale apparecchio.
Cosa sia accaduto in questi due giorni non ci è dato saperlo, il perchè di questo ritardo nella scarcerazione, che per ordine del giudice prevede altresì l’accompagnamento coatto disposto con la penitenziaria, rimane indefinito.
Luca dovrebbe essere già in Valle ma così non è.
Denunciamo pertanto questa situazione nella sua gravità, un ulteriore attacco a Luca e a tutto il Movimento No Tav al quale siamo intenzionati a rispondere.
Rivogliamo subito Luca a casa e lanciamo l’appuntamento domani venerdì 10/2 alle 20,00 di fronte alla Caserma dei Carabinieri di Susa.