da Spinta dal Bass – La tratta internazionale della Torino-Lione è per lo più in territorio francese; dei 57 chilometri del tunnel di base soltanto 12 sono in Italia. Il Cipe certifica che questo comporta una sostanziale differenza dei costi: le opere in territorio italiano valgono 2,6 miliardi di euro, quelle in territorio francese 6 miliardi. Ma paradossalmente è proprio l’Italia a dover mettere più soldi. Mario Monti ha firmato nel 2012 un accordo col governo francese in cui impegna l’Italia a pagare il 57,9% del costo totale, lasciando alla Francia il restante 42,1%. Sempre il Cipe certifica che, prescindendo dal cofinanziamento europeo, questa divisione comporterà per l’Italia un costo di 5 miliardi di euro, mentre per la Francia soltanto di 3,6 miliardi. L’Italia in pratica ha molti meno lavori sul proprio territorio ma spenderà assai di più, non suona come un affare…
Questi erano dati conosciuti da tempo. Abbiamo però potuto leggere come questa ripartizione va a determinare i costi delle singole opere. Sono cifre riportate nell’accordo fra governo italiano, francese e Unione Europea per la tranche di cofinanziamento che avrà termine nel 2019. Prendiamo ad esempio il Pozzo di Avrieux, un’opera interamente sul territorio francese che dovrebbe servire alla ventilazione del tunnel di base. I costi ammissibili per quest’opera ammontano a 313 milioni di euro. Di questi 181 sono a carico dell’Italia e solo 132 della Francia.
Ma anche la connessione elettrica in Francia verrà pagata per lo più con soldi italiani: costa 13,5milioni di euro e 7,8 li ha promessi il Ministero delle Infrastrutture, lasciando i restanti 5,7 ai “cugini”.
E per i lavori in Italia? I costi ammissibili per lo spostamento dell’autoporto da Susa a San Didero ammontano a 66,5 milioni di euro; la Francia ne metterebbe 28, i restanti 38,5 tutti a carico dell’Italia. La divisione più paradossale è quella per il cantiere del tunnel esplorativo di Chiomonte. Doveva finire nel 2015, ma sono andati un po’ per le lunghe e prevedono di terminare nel 2017. I costi ammissibili per il biennio 2016/17 ammontano a 47M€, 15,5 per la Francia e più del doppio all’Italia: 31,5 milioni di euro.
Per i lavori in Italia il finanziamento più consistente è italiano, per quelli in Francia…anche!
Se l’opera è inutile, la divisione dei costi è iniqua, ma a fronte dei disastri che quotidianamente affliggono questo paese, dai terremoti al dissesto idrogeologico, firmare accordi che impiegano in questa maniera i soldi di tutti è vergognoso.