Stamattina è giunta la notizia di 21 arresti per corruzione nei lavori della Salerno-Reggio Calabria e del People Mover di Pisa, 14 invece per la realizzazione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano.
Due indagini, coordinate dai carabinieri e dalla guardia di finanza, 4 persone a fare da legame tra di esse e la prima stralcio della ben più famosa Mafia Capitale.
I reati contestati, a vario titolo, associazione a delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta e tentata estorsione.
Non ci servivano queste due operazioni per avere conferma di ciò che affermiamo da tempo, noi come i No Tav del Terzo Valico, ossia che il sistema della grande opere è in realtà un meccanismo di spartizione, illegittimo e spesso illegale, di soldi pubblici, una questione strutturale insomma e non un discorso da articolare sulle singole responsabilità o sulle “mele marce” (come alcuni negli anni hanno tentato di farci credere).
In alcune intercettazioni pare addirittura si arrivi a definire il cemento usato per le costruzioni “colla”, per indicarne la scarsa qualità…alla faccia della sicurezza dei territori e dei cittadini che li abitano.
Concentrandoci sul Terzo Valico, nell’operazione di oggi la procura di Genova ha arrestato l’attuale presidente e il vice presidente del consorzio Cociv, ma anche l’ex presidente e diversi altri funzionari.
Se da un lato, quindi, le varie denunce pubbliche del movimento si trovano ad essere confermate da quelle evidentemente, agli occhi di alcuni, più oggettive degli inquirenti, ecco che già Esposito parla di commissariamento del Cociv per poter così proseguire i lavori, colla o non colla.
Che la Tav alle varie latitudini, come il sistema delle grandi opere inutili, sia un’offesa e una truffa ai danni dei cittadini non ci stancheremo mai di dirlo.
Questa è un’altra pagina che si aggiunge alle tante già scritte, senza dimenticarci di come Renzi nei suoi due anni al governo e con lo Sblocca Italia abbia sostenuto e foraggiato questo modello, destinando i soldi pubblici a questo sistema sottraendoli alla scuola, alla sanità, al lavoro e alle famiglie.
Un motivo in più per continuare la nostra lotta e scendere in piazza a Roma il 27 novembre per il NO al referendum e mandare a casa Renzi e tutti i suoi servetti!