Da Tg Maddalena – Ore 9:30, nell’aula 3 ha inizio una delle ultime udienze nelle quali scorrono i testi della Procura, questa settimana ne sono previste tre di fila (le prossime mercoledì e giovedì, sempre nella maxi aula 3 del tribunale di Torino).
Nella prima parte dell’udienza è ancora il maresciallo Fiori a deporre, specificando quali intercettazioni e quali servizi di OCP (osservazione, controllo, pedinamento) hanno permesso alla procura di accertare il carattere armato della compagine mafiosa. <<Ti ricordi quell’affare, quella brioche lì che io avevo per il tuo amico>>… e poco dopo <<ma era come il tuo camper, giusto?>>. Perché a quanto pare ricordano male anche gli oggetti “sostituitivi” utilizzati per parlare delle armi. <<Si, era pure cromata>>/<<Quanto vuole?>>/ <<1200, 1250>> dicono nelle intercettazioni tra Capellupo Antonio e Malù Giovanni. Quindi c’è questa brioche cromata come le ruote del camper da vendere a 1250 euro. Poi vengono organizzati incontri, per lo scambio della fantomatica brioche cromata, nei quali gli inquirenti predispongono servizi di osservazione, però qualcosa va storto, li vedono allontanarsi di corsa perché probabilmente hanno visto qualcosa che li ha allarmati, se lo diranno nelle conversazioni successive <<C’è stato un problema, c’era quello là>> e rinviano tutto.
Da altre conversazioni si evince che il passaggio poi c’è stato, ma c’è stato un problema di soldi. Il nucleo radiomobile in quell’occasione ferma nella stessa serata Malu Giovanni a bordo dell’autovettura, e gli viene trovata una pistola Beretta (risultata asportata ad Ivrea), caricatori, sfollagente, coltello, munizioni e “tutta una serie di armi a bordo”. Vengono registrati contatti anche tra SISCA Gregorio (condannato in abbreviato a 5 anni per 416bis ed estorsione) e Capellupo Antonio.
Ci sono poi telefonate inequivocabili, <<Glieli devo scaricare tutti i caricatori… ho una rabbia>> che per la procura sono chiaramente riferibili all’utilizzo di un’arma. E altre che fanno riferimento all’intenzione di sparare a qualcuno <<Mi dispiace se gli spara a Martino però>>, dice DONATO Antonello a Mascolo Luigi, <<Sì, gli spara, fidati che gli spara>>…<<Lo so che gli spara, socio, me l’ha già detto qualcuno… tu spari a Martino e poi qualcuno spara a te>>. Insomma, spiega il teste, “come per far capire che questa è una persona vicina a noi, non ti devi azzardare a fare qualcosa, un chiaro riferimento ad un’azione fatta con armi da fuoco. Se sai che lui vuole arrivare a spararti (…) noi gli spariamo prima”. Per la procura può bastare.
Il teste successivo, maresciallo RANDAZZO SAVERIO, è chiamato a deporre sulla posizione di TORO GIOVANNI, al centro di quest’indagine per la gestione della cava di Sant’Ambrogio, in Valsusa, testa di ponte per assicurare al sodalizio l’infiltrazione nei cantieri del TAV a Chiomonte.
La figura di TORO, a processo per concorso esterno in 416 bis, emerge, nel corso dell’indagini, nell’aprile 2011 attraverso un’intercettazione di un’utenza in uso a SISCA Gregorio (altro imputato) ma nel corso dell’indagine emergerà che la conoscenza di Toro, Sisca e altri imputati era antecedente (il riferimento è alla vicenda Sagat, appalto per lo sgombero neve all’aeroporto di Caselle). Per la Procura è stato Toro a favorire il subappalto dei lavori per losgombero neve all’aeroporto di Caselle a ditte imposte dalla ‘ndrangheta, appalto che per ben 12 anni è stato vinto proprio dall’azienda TORO. Un fornitore abituale, insomma.
Nel 2013 qualcosa va storto, l’appalto viene affidato ad altra ditta e al telefono Toro viene intercettato mentre con evidente alterazione dice al suo interlocutore <<Ma si rendono conto che qui lavorano con me i camion dei calabresi ? E adesso che gli dico? Che non girano più? (…) Cosa devo fare, il mafioso?>>. L’espressione “i calabresi” è usata in più occasioni da Toro, e il PM Smeriglio chiede espressamente al teste se esistono collegamenti che consentono di affermare che con quell’espressione Toro si riferiva agli altri imputati, e il teste riporta una serie di telefonate e incontri sintomatici del fatto che “ditte riconducibili a Greco Roberto [ condannato in abbreviato per 416 bis, cugino di Greco Pasquale, imputato in questo procedimento, a sua volta padre di Greco Luigino, imputato in questo procedimento ndr] lavorassero nell’appalto di Caselle” ed altre telefonate nelle quali l’espressione “i calabresi” è riferibile ad AUDIA Mario (condannato in rito abbreviato per 416 bis) e SISCA Gregorio (condannato in abbreviato per 416 bis ed estorsione). La vicenda dell’appalto neve si chiude, per Toro, con un patteggiamento del quale il PM produce sentenza.
L’infiltrazione nel cantiere del TAV a CHIOMONTE: “Ce la mangiamo io e te la torta dell’alta velocità”.
PM: nella primavera 2011 ci sono altre questioni sul tappeto che interessano Toro e coinvolgono altri imputati?
teste: l’interessamento da parte del sodalizio ai lavori di realizzazione della linea ad alta velocità Torino Lione
PM: ecco perché io nel capo 3… tra gli elementi della condotta c’è anche l’aver individuato canali preferenziali per l’infiltrazione dei lavori di opere pubbliche, tra i quali il TAV, quali sono elementi ?
teste: a maggio del 2011 il governo aveva stanziato i soldi per il tunnel esplorativo per la Maddalena a Chiomonte e in effetti il 13 maggio 2011 vengono assegnati i primi lavori per la preparazione del cantiere, l’ATI formata da ITALCOGE e MARTINA, due società della Val di Susa, si era aggiudicata i lavori per la preparazione di questo cantiere. Infatti a partire da aprile 2011 l’attività di intercettazione registrata su Sisca Gregorio e Audia Mario faceva registrare interesse per questi lavori. Italcoge è riconducibile alla famiglia Lazzaro, Lazzaro Ferdinando e MARTINA a Martina Claudio
PM: l’importo?
teste: alla gara avevano partecipato 5 società e l’importo iniziale era di 1.500.000 euro, che però faceva parte di altri 143 milioni stanziati per l’intero progetto
PM: quindi 5 società e poi viene aggiudicato all’ATI
teste: Italcoge e Martina
PM: e queste notizie voi dove le avete prese?
teste: fonti aperte
PM: dai giornali?
Il teste spiega che sempre il 5 maggio 2011, dopo la conversazione con Toro, efettivamente SISCA chiede a Mario AUDIA di andare insieme all’appuntamento con TORO, e viene fissato questo appuntamento a Pianezza tra Sisca e Audia Mario. Subito dopo Sisca chiama AUDIA per chiedere se GATTO FRANCESCO effettuasse movimento terra e AUDIA confermava che GATTO aveva a disposizione 10 mezzi pesanti:teste: si
PM: e contemporaneamente alla pubblicazione di queste notizie giornalistiche cosa accade?
teste: sia Sisca Gregorio che Audia Mario fanno registrare un interesse particolare affinché attraverso aziende a loro riconducibili o personaggi a loro vicini si aggiudicassero appalti importanti
PM: se possiamo indicare quali sono le conversazioni utili a dimostrare questo interessamento di TORO e poi come Toro e altri imputati eventualmente pensavano di riuscire ad inserirsi in questi lavori
teste: 5 maggio 2011, due giorni dopo che il governo aveva annunciato l’imminente inizio dei lavori in Val di Susa veniva registrata la prima telefonata tra Sisca e Toro Giovanni ( la numero 9476):Sisca Gregorio risponde a Toro Giovanni , che gli dice che lo sta raggiungendo, Sisca conferma di essere al bar, Toro risponde che sta arrivando.
PM: l’incontro è interessante per quale ragione?
teste: all’incontro SISCA invitava anche AUDIA MARIO [ condannato in abbreviato per 416 bis, ndr] e tutti e tre si sarebbero dovuti incontrare per parlare di lavoro, conversazione n.9483 del 5 maggio: Sisca chiama Gianni TORO, mettendolo a conoscenza del contenuto di una conversazione avuta con BUTANO, i due sembrano compiaciuti dell’agitazione di BUTANO e decidono di prendere tempo. Infine Sisca preannunciava a TORO che alle 14:30 sarebbe passato a trovarlo insieme ad una persona che non veniva indicata ( AUDIA Mario) : <<…io adesso… all’una e mezza ho l’appuntamento con l’amico… // lo ho già chiamato… e forse verso le 2 e mezza siamo da te…>>.
Audia:eh compà
Sisca:ti volevo chiedere compà… l’impresa GATTO no… lui c’ha.. movimento terra…
queste cose qua? giusto…
Audia:tiene una decina di camion 4 assi… bilici… tutto per il movimento terra però
Sisca:si movimento… perché adesso che adesso che parte la TAV… dobbiamo parlare
pomeriggio eh
Audia:si… va bene… allora… all’una e mezza?
Sisca:all’una e mezza io sono là… così poi andiamo… da una parte… (…) vediamo di farlo entrare (riferito a GATTO)…insieme alla Cooperativa qua…della…della TAV [ probabile riferimento al Consorzio Valsusa, particolarmente caro all’ormai senatore del PD Stefano Esposito, ndr]
PM: Quindi stavano apprestando dei mezzi?
teste: sì, tant’è che Sisca Gregorio alle 12:38, immediatamente dopo aver chiamato AUDIA telefonava al nipote, IANNONE BRUNO, nato a Catanzaro e residente a Botricello (stesso paese di Audia, ndr), al quale diceva di interessarsi per l’acquisto di mezzi pesanti perché sarebbero partiti con i lavori per la TAV.
Per il PM questo è un esempio chiaro di come si stessero preparando ad affrontare i lavori del TAV.
Insomma, il 5 maggio è una giornata frenetica, pochi giorni dopo che il vertice a Palazzo Chigi, con la riunione del Tavolo Politico, annuncia l’inizio dei lavori alla Maddalena di Chiomonte entro giugno. Un lavoro suddiviso “in fasi”, che prevedeva dal 2013 la partenza dei lavori per il tunnel di base e per il cosiddetto nodo di Torino.
L’incontro tra AUDIA Mario, SISCA Gregorio e TORO GIOVANNI è confermato anche dalla tracciatura di uno dei cellulari in uso ad AUDIA, che dalle 14 alle 16 circa risultava servita dai ripetitori della zona di Chiusa San michele-Sant’Ambrogio, in Valsusa.
PM: si riesce a capire anche qual era l’interesse vero e proprio? Che tipo di attività pensavano di fare? Dov’era il guadagno?
teste: il guadagno era nel trasporto del materiale inerte quindi nell’interesse della compagine e di tutti quelli riconduciibli a loro, Iannone, Russo, Sisca, Audia, avevano interesse affinché lavorassero attraverso questa cava mezzi a loro riconducibili.
PM: queste conversazioni sono parallele rispetto a quelle relative alla vicenda BUTANO?
teste: si, stesso periodo, tant’è che la compagine dimostra interesse affinché TORO non perda la cava, situata in località strategica per i lavori della TAV e l’interessamento di Sisca avviene proprio per questo…. c’è un investimento di 75mila euro, a dire di Sisca, tra Butano e Ravizza per saldare il debito di Toro per gli affitti non pagati
Il ruolo di BUTANO e RAVIZZA e la cava di Sant’Ambrogio [ da Narcomafie.it]
Seguire un’udienza senza aver potuto leggere tutta l’ordinanza o le udienze precedenti può essere complicato. Riporto quindi, per facilitare la comprensione dei fatti discussi all’udienza odierna, un brano estratto da un articolo su Narcomafie.it a firma Giuseppe Legato.
Giovanni Toro, nel 2011, è locatario di una cava con annesso impianto di produzione di bitume di proprietà della società “Giafra Immobiliare srl”. In particolare Toro, reale amministratore della società “Toro srl” della quale è formalmente amministratore unico la sorella Nadia, conduceva in locazione il sito in forza di contratto con la “GiaFra Immobiliare”, ed aveva a sua volta effettuato la cessione di ramo d’azienda in comodato alla “Cst. srl”, sempre a lui riconducibile.
Gli affari vanno bene. Se non fosse che a maggio del 2011 sorgono dei problemi tra l’imprenditore e i due proprietari Francesco Butano e Claudio Ravizza “conseguenti – si legge nell’ordinanza – al mancato pagamento dei canoni d’affitto mensile”. I due si rivolgono al Tribunale Civile e il procedimento si conclude con un’ordinanza di sfratto. Lo scenario è pericoloso: Toro si rivolge a Gregorio Sisca che secondo la procura è un affiliato. Nella vicenda sarebbe stato coinvolto anche “Maruzzo” Audia “interessato a reperire, per conto del sodalizio criminoso, un canale d’infiltrazione nei lavori di realizzazione della Tav”. Iniziano le minacce.
Ma perché tutto questo interesse? Ancora il gip Elisabetta Chinaglia riannoda i fili: “Le intenzioni degli indagati vertevano sull’utilizzo della cava come deposito di rifiuti speciali per le ditte amiche che avrebbero lavorato nella TAV nonché come luogo per la frantumazione dei rifiuti già presenti sul posto o comunque acquisiti, da reimpiegare (senza alcun controllo e bonifica, oltre che in assenza di autorizzazione) nei lavori della Tav”. I carabinieri in un sopralluogo del 6 marzo 2013 troveranno “numerosi fusti metallici contenenti materiale presumibilmente bituminoso e rottami di essi non bonificati, traversine ferroviarie dismesse in cumuli, cumuli di bancali, parti metalliche, rottami ferrosi di varia provenienza. cassoni in evidente stato di abbandono, sversamenti sul nudo terreno di colate di bitume, carcasse di automezzi e parti di esse”. Un cimitero di veleni e una cava preziosa da continuare a gestire. Si parte dunque con le minacce di Sisca a Butano: «Te lo dico chiaramente e te lo ripeto davanti ai carabinieri. Vedi che io lì sopra ho messo dei soldi (circa 75 mila euro) e dobbiamo lavorare. Stai attento. L’hai capito il messaggio?». Il messaggio fu capito e le pressioni “esercitate ebbero risultato positivo, tanto che la Giafra stipulava con la Toro srl nuovo contratto di locazione nell’ottobre 2011”.
Torniamo all’udienza odierna, durante la quale attraverso intercettazioni ed altri riscontri viene di fatto confermato il quadro accusatorio.
PM: la committenza dei lavori TAV chi era?
teste: la Italcoge che era fallita [ diedi anch’io la notizia dopo aver telefonato al tribunale per conferma il 2 agosto, ndr]
PM: no, chi dava i lavori?
teste: la LTF
PM: quindi da LTF vengono dati lavori iniziali alla ATI Italcoge e Martina, i nostri, Toro, cosa c’entrano? Come pensavano di ottenere… i lavori erano stati dati alla ATI non a TORO
teste: qui entra in argomento la figura di LAZZARO FERDINANDO. Sisca gregorio il 13 maggio 2011 acquisendo la notizia che erano stati aggiudicati i primi lavori a Italcoge e Martina, telefonava a Toro per chiedere informazioni su questo Lazzaro Ferdinando, [ conversazione 10008 del 13 maggio utenza 783 di Sisca Gregorio]. Immediatamente c’è un’altra telefonata successiva nel corso della quale TORO confermava l’assegnazione dei lavori a Martina e Italcoge dicendo che erano le prime gare.
PM: quindi voi sostenete che Lazzaro era stato individuato come possibile canale di infiltrazione… Lazzaro è un personaggio conosciuto?
teste: si, Lazzaro Ferdinando nato a Susa nel ’65 era uno dei proprietari di Italcoge SPA, ditta aggiudicataria dei lavori iniziali per il tunnel di Chiomonte, si occupa di grandi opere, ferrovie, autostrade… i lavori erano state aggiudicate all’ATI Italcoge e Martina. Lazzaro Ferdinando viene individuato sia dal sig. Toro che da Sisca come una delle possibilità di infiltrazione per la realizzazione della grande opera, Lazzaro Ferdinando risulta gravato da precedenti penali di polizia per associazione a delinquere, truffa, violazione della normativa di appalti per turbativa d’asta, e con il procedimento penale del 2000 …indagine appaltopoli, all’epoca aveva già vinto un appalto sempre per la TAV per un importo di 40 miliardi…(all’epoca erano lire, ndr)
PM: quello che mi interessa di più è se in Minotauro compare la figura di Lazzaro
teste: il 28 gennaio 2007 presso l’abitazione di IARIA GIOVANNI [il capo della locale di Cuorgné, definito “il re” del canavese, condannato a 13 anni con sentenza confermata in Cassazione, qui il video della sua deposizione ndr] i colleghi di Ivrea avevano documentato una riunione alla quale partecipavano oltre a Zucco Urbano anche Martina Claudio, socio di Lazzaro [ ma successivamente, come farà poi notare l’avvocato della difesa, e non all’epoca di quell’incontro, ndr] (…), Viscomi Agostino e Iannone Salvatore (titolare della ditta con sede a Botricello, parenti di SISCA GREGORIO). Tra l’altro venivano fuori sempre contatti con Sisca Gregorio per lavori di sgombero neve all’aeroporto di Caselle. Sisca e Iannone sono anche cognati. A questa riunione partecipava anche ARCIDIACONO MAURIZIO che è dipendente della SITAF (direi innominabile, visto che viene interrotto dal PM)
PM: (…) abbiamo poi il risultato finale? Possiamo affermare che dei lavori assegnati alla ATI siano stati fatti da Toro… con riferimento alla TAV?
teste: sì, in particolare il 2 agosto 2011 alcuni organi di stampa diffondevano la notizia del fallimnento della ITALCOGE, appreso questa notizia TORO telefonava al dipendente ( PUGNANI Filippo) al quale diceva che avrebbero dovuto prendere loro CHIOMONTE, (conv. 665 del 2 agosto utenza TORO):
Pugnani: Gianni
Toro: eh…
Pugnani: eh, al telegiornale..TG3, è fallita ITALCOGE… sospeso il dantiere… curatore fallimentare ha preso possesso di tutto.. i 50 operai saranno assorbiti dalla nuova azi…impresa che proseguirà i lavori, ITALCOGE CAPITOLO CHIUSO, tutte le foto, il filmato del cantiere…tutto fermo!
TORO: ma non è vero! L’ha salvata!
PUGNANI: no! Al telegiornale adesso, oggi hanno dichiarato fallimento, l’impresa è ferma da domani è ferma, si pensa che nel giro di un mese verrà affidato l’appalto ad un’altra impresa, che ha detto che assumerà i 50 operai di ITALCOGE, adesso RAIUNO al telegiornale
TORO: RAIUNO?
PUGNANI: RAIUNO! Sono le otto e un quarto, un attimo fa (…)
TORO: ma scusa una cosa…ma eh.. qual è l’impresa che deve prendere sto lavoro?
PUGNANI: no.. la TORO
TORO: ah, la TORO
PUGNANI (risata) non sto scherzando, ti ho chiamato due volte perché è vero eh! Non TG3 delle sette e mezza, adesso, otto e un quarto, più che RAIUNO…adesso guardati RAIDUE o domani compriamo i giornali o fai una chiamata
TORO: miiiii
PUGNANI: adesso io chiamo… quel mio amico COMMERCIALISTA che gli ha curato la pratica…dicendo che l’ha curata malissimo
TORO:no…ma bisogna CHE PRENDIAMO NOI CHIOMONTE
(…)
PM: diciamolo subito per chiarezza quindi il fallimento della Italcoge poteva pregiudicare il disegno iniziale.. perché se fallisce una delle componenti della ATI della stazione appaltante che avrebbe dovuto dare i lavori agli imputati.. poteva essere un problema, non lo sarà per quale ragione?
teste: perché Lazzaro attraverso un’altra società con sorella e cognato, la ITALCOSTRUZIONI, affittava ramo d’azienda della ITALCOGE quindi si aggiudicava gli stessi appalti (…) quindi prendeva la stessa SOA e proseguiva nei lavori.
Questo lo si ritrova il giorno dopo, c’è una telefonata il 3 agosto 2011 che Toro fa ad un direttore di banca suo amico, BANCHE’ NICLOT Ezio, direttore dell’Unicredit di Susa ed in stretti rapporti con Toro. Il bancario spiega di aver appreso la notizia dai giornali, ma anche di avere appreso, riferisce il teste, “dallo stesso Lazzaro che avrebbe ovviato al fallimento intervenendo con un’altra azienda e che la realizzazione dell’opera in Val di Susa avrebbe sicuramente portato dei frutti per tutti” . Il PM sottolinea che è a questo punto che comincia ad evidenziarsi il disegno per ovviare al fallimento della Italcoge [noi lo diciamo dal 2011, sconfortata ndr!]. Meglio tardi che mai.
Viene fatta sentire la telefonata:
”ho visto sulla STAMPA.. c’è due pagine del tuo amico eh! // per adesso ha salvato un cacchio ! due pagine dedicate a lui… // eh.. c’è scritto quello…ho.. se qualcuno.. si permette di scrivere quello!.. perchè notizie certe ce l’hanno… se no.. non gli dedicano due pagine tutte per lui eh.. quindi tutti a spasso adesso lì?.. tutto di nuovo fermo? hanno raggiunto lo scopo passando da un’altra strada?”
“Il tema” per il PM “è capire le dinamiche di quel momento e soprattutto le problematiche di LAZZARO, del fallimento di LAZZARO e i possibili ostacoli allo svolgimento dei lavori, di queste problematiche vengono informati anche Toro e gli altri imputati, l’idea di Toro, di Lazzaro, di ovviare al fallimento creando una società parallela viene esplicitata?”.Interviene l’avvocato Capellupo, difesa TORO, sostenendo che, con riferimento all’intercettazione precedente, la telefonata in cui il dipendente PUGNANI chiama Toro per riferirgli della notizia del fallimento ITALCOGE non sia TORO ma il dipendente a dirgli “perché non ti inserisci”. Randazzo risponde senza esitazioni: “Ma è TORO che dice <<Ci prendiamo CHIOMONTE>>.
Anche su questo il teste risponde con precisione, riferendo di una telefonata successiva a quella con il direttore di UNICREDIT BANCA segusino, Toro riesce finalmente a contatare LAZZARO Ferdinando, il quale riferisce che ITALCOGE era fallita:
LAZZARO: <<alla fine hanno vinto loro! (…) M’hanno montato su sto casino e in 24 ore mi hanno fatto fallire” (…) E’ presto per dirlo però vediamo se con il curatore possiamo trovare una strada diciamo perché me la rivenda…diciamo a pezzi… magari subito…rami d’azienda per continuare a lavorare…e poi vediamo, per il resto insomma, tanto è inevitabile, è LA LEGGE! E’ inevitabile, per fortuna c’è il Curatore… una persona molto per bene, quindi vedrò con lui come trovare una soluzione, lui ha detto che pensa, cioè che intende aiutarmi, per cui speriamo, insomma>> (…)
TORO: <<e tutto è partito da una scheggia impazzita dalla testa che… signorino, lì? >> [ questa frase non viene chiarita nell’udienza odierna, ndr]
Il curatore fallimentare nominato il 2 agosto 2011, che Lazzaro definisce “una persona molto per bene” lo ritroviamo più volte in questa indagine, anche in altre vicende collegate. Ma c’è di più, perché proprio con riferimento a questa vicenda la persona molto per bene, Michele VIGNA, è stato condannatoinsieme a due poliziotti del Tribunale di Torino per aver favorito amici ai quali avrebbe assegnato incarichi da consulente nell’ambito di alcune procedure fallimentari e, nota di colore, tra gli episodi contestati uno riguarda proprio la Italcoge di LAZZARO.
“Il fallimento della ITALCOGE”, spiega il teste Randazzo, “sembrava precludere in un primo momento l’accesso ai lavori della grande opera ma il 27 maggio (quindi ben prima del fallimento) la sorella di Ferdinando Lazzaro, in qualità di amministratore delegato della IMINVEST aveva costituito (unitamente al marito Curcio Francesco) la ITALCOSTRUZIONI, della quale veniva nominato amministratore unico CURCIO FRANCESCO. La ITALCOSTRUZIONI il 29 novembre 2011 stipulava con VIGNA MICHELE ( “persona molto per bene”), curatore, un atto di affitto di ramo di azienda con impegno irrevocabile all’acquisto della società ITALCOGE, attraverso questa procedura ITALCOSTRUZIONI acquisiva tutto ciò che riguardava ITALCOGE , quindi mezzi, autorizzazioni, la SOA era fondamentale per un successivo inserimento poi dopo nel Consorzio Valsusa (tanto caro al senatore PD Stefano Esposito, ndr) per l’assegnazione, quindi la costituzione dell’idea di inserirsi nei lavori della TAV. Naturalmente questo fallimento della ITALCOGE non precludeva la continuazione dei lavori a Chiomonte, “in particolare”, spiega il teste, “si avvaleva del signor TORO”, come dimostrano alcune conversazioni.
Le carte dell’inchiesta mettono nero su bianco qualcosa che da 5 anni viene sistematicamente omissato e negato. Qualcosa che solo oggi, confermato in quest’aula di tribunale, difficilmente potrà essere smentito. Perché se nel rito abbreviato non sono potuti emergere tutti i dettagli, è in quello ordinario che le vicende vengono affrontate con maggiore ampiezza e forse, una volta per tutte, anche l’ostinata negazione del Senatore del PD Stefano Esposito potrà trovare una corretta collocazione ed una palese smentita, almeno nei fatti fin qui riportati e a prescindere dall’esito che questo processo potrà avere.
Per avere un’idea più ampia del contesto è doveroso ricordare alcune delle udienze del maxi processo contro 53 No Tav, che si è svolto per due anni nell’aula bunker del carcere torinese e si è concluso a gennaio 2015 con dure condanne e pesanti sanzioni economiche . In particolare l’udienza del 10 giugno, nella quale testimoniò MARCO REVELLI, che ricordò i momenti dello sgombero dell’area sulla quale sarebbe sorto il cantiere di Chiomonte il 27 giugno 2011, evidenziando come i manifestanti gridassero slogan contro la MAFIA [ qui l’articolo su TGMaddalena con il video della testimonianza di REVELLI ]. L’avvocato Bertone tentò di fare ammettere l’informativa dei Carabinieri del 2011, su vicende oggetto del processo Minotauro ma il collegio, con una decisione ad alta velocità, chiuse la lunga discussione e senza colpi di scena, accolse le opposizioni del PM e dell’avv. Bertolino (SAP e ITALCOGE-fallimento, parti civili in questo processo) decidendo di non ammettere il documento.“E’ un fatto tecnico”, spiegò Quinto Bosio. Certo. Quindi “tecnicamente” la mafia, ancora una volta, non esisteva.
E a nulla è servito che un altro avvocato della difesa aggiungesse l’ulteriore dettaglio sul fallimento Italcoge che oggi è emerso in quest’aula. Qui la trascrizione completa di quell’udienza, per chi volesse approfondire l’argomento.
C’è poi una telefonata del 31 agosto tra LAZZARO e TORO, Lazzaro era con Martina e parlano di camion per il trasporto inerti. E’ la prova inequivocabile che quello della ‘ndrangheta non fu un semplice tentativo di infiltrazione nei cantieri del TAV, ma un tentativo riuscito:
LAZZARO: Gianni
TORO: si Nando dimmi
LAZZARO: ciao… mi devi dare una pala gommata per stasera... domani te la riporto
TORO: non c’e’ problema…
LAZZARO: passo.. faccio passare il carrellone di Claudio.. domattina
TORO:il carrellone?
LAZZARO: il carrellone.. di Claudio.. di MARTINA.. il mio socio
TORO: si si non c’e’ problema.. ma dove deve andare?
LAZZARO: lassù alla MADDALENA.. la vogliono lì per stasera… che pensano… che gli possa servire.. e domani.. te la faccio riportare giù… poi.. porto su l’altra mia… che su non riesco ad andare a prenderla stasera.. perchè.. ce l’ho da CASSINIS (…)
TORO:ah
LAZZARO: allora per non lasciarli senza… poi nasce un casino
TORO: ehhh non senza operatore.. non l’abbiamo però
LAZZARO: no.. ma tanto la devo parcheggiare lì nel piazzale… ehh Gianni.. c’e’ il mio su….. eh.. c’e’ gente
mia
TORO: ah
LAZZARO: tranquillo…
TORO: va bene
LAZZARO: allora…
LAZZARO: si.. aspetta un attimo stai in linea (si rivolge a TORO ndr)…
TORO: si
Uomo in sottofondo: Beppe.. oh.. sei su? sei?… no… ascolta Beppe… la pala.. da quando andava?… (inc) in
giornata o domani mattina.. domani….? domani dopo (inc) (si rivolge a LAZZARO Ferdinando)
LAZZARO: allora possiamo andare.. a prendere domani mattina quella lì… (si rivolge all’uomo con lui
presente)… ah! vabbè.. allora
Uomo in sottofondo: ok.. l’acqua è lassù
Poi un’altra telefonata il 18 ottobre 2011, Toro chiedeva a Lazzaro se i suoi mezzi potessero raggiungere il cantiere di Chiomonte visto che “non avevano le scritte”:
Lazzaro:Gianni
Toro:ciao Nando
Lazzaro:ciao
Toro:senti… minchia.. bisogna per forza fare l’autostrada vero.. per quel cantiere?
Lazzaro:per forza si.. non c’è alternativa
Toro:minchia… sti cazzo di 4 assi.. non hanno i permessi! Dio fa’.. non vogliono.. venire.. sono incasinato…
con sti camion… senti una cosa
Lazzaro:non hanno i permessi?…se mi dai le targhe glieli facciamo…
Toro:riesci tu a fargli fare un permessino a sti 4 assi? veloce.. su SITAF?
Lazzaro:si.. lo faccio fare attraverso la Prefettura… gli dico che dobbiamo asfaltare.. è urgente.. e che dobbiamo per forza passare da lì…
Toro:eh.. ti do tutte le targhe?. .allora poi….
Lazzaro:intanto.. me le devi dare.. che devo darle comunque.. lì al cantiere….
Toro:eh, appunto..
Lazzaro:così se le dai di oggi…ti faccio fare subito i permessi…
Toro:fagli fare un permesso per ciascuno che gli faccio una fotocopia... almeno… la tengono sul camion
Lazzaro:eh. infatti.. però mi devi mandare le targhe per email o per fax.. come vuoi…
Toro:subito subito.. ti mando tutte … e 5… 6…targhe 4..
Lazzaro:mandamele a me (…)la mia mail personale…
(…)
Toro:senti questo il primo problema… secondo problema… è che ELIA.. davanti a noi
aveva detto… 8 centimetri.. arriviamo… lì.. fa <<: no no… dovete metterne 12… soffici… fanno le carote…
10 pressati… :>>
Lazzaro: abbiamo parlato.. di… di.. abbiamo parlato di 10 centimetri ieri… eh!
Toro:si però.. mi avevi detto <<: mettine 8 perchè ehhhh non ti preoccupare …. mettine…. :>>
Lazzaro:ehhhhhhhh un cazzo!.. no mettiamone… 10 soffici… poi diventano magari 8 pressati… poi in alcuni punti ne passeranno un pò di piu’… e facciamo le carote lì… ..
Toro:ehhh… perché… prepara…
Quindi scelgono i pochi punti nei quali il bitume verrà posto correttamente, perché poi “le carote” (carotaggi) che credo siano quelle di eventuale verifica, verranno fatte ad arte.
C’è poi un’altra telefonata del 20 ottobre 2011 nella quale TORO, parlando con il cognato LORIS, diceva che le telecamere di RAI3 avevano fatto una ripresa sul cantiere e loro erano stati costretti a nascondersi per non farsi vedere. [ il 23 ottobre si sarebbe svolta la manifestazione No Tav “Diamoci un taglio, a mani nude, a volto scoperto, a testa alta” ndr]
La ricostruzione prosegue, si arriva a dicembre 2011 quando LAZZARO FERDINANDO crea il CONSORZIO VALSUSA nel quale vorrebbe fare aderire TORO GIOVANNI, come dimostrato da alcune intercettazioni. Lazzaro ci entra fittiziamente con la Italcostruzioni, che è quella della sorella definita dal teste “figura minore, il dominus è Lazzaro Ferdinando”.
Il 13 gennaio 2012 Toro commentava con un amico che avrebbe voluto aderire al Consorzio Valsusa perché erano presenti aziende con la SOA illimitata e grazie a questo avrebbe potuto accedere agli appalti dell’alta velocità. Ma il progetto salta, perché l’amministratore della VITO ROTUNNO, indicato come “il ciccione” di fronte a TORO (la sede è di fronte alla TORO SRL) e identificato in VALLE GIACOMO aveva espresso resistenze affinché TORO non entrasse nel consorzio, mentre Lazzaro riferiva di aver perorato la causa. Il 3 febbraio 2012 Toro invitava SISCA Gregorio a raggiungerlo per parlargli, e alle 20 si incontrano all’esterno della TORO SRL. Ma non è solo TORO a dimostrare interessi per gli appalti, ci sono conversazioni con IANNONE, VOCI ANTONIO (pesano di Botricello con numerosissimi precedenti penali, all’epoca dei fatti residente a Pianezza), GATTO Francesco… (…)
“Lazzaro si rivolge al senatore (PD) Stefano ESPOSITO attraverso MASSA LUIGI”
Siamo a metà del 2012.
Il PM chiede al teste se i lavori vengano poi assegnati al consorzio valsusa.
teste: sorge un problema con la CMC, che era la società affidataria
PM: Chi è la CMT?
teste: CMC.. è una società ravennate… un attimo che cerco
PM: poi i lavori vengono dati al Consorzio Valsusa?
teste: no, Lazzaro FERDINANDO aveva creato questo Consorzio Valsusa per aggiudicarsi i lavori del primo lotto, 12 milioni di euro totale e le opere minori di 3 milioni di euro. I lavori venivano appaltati dalla LTF ad una società la CMC- COGEIS, la CMC in virtù del fallimento della ITALCOGE non riconosceva a Lazzaro alcun ruolo e si rivolgeva a MARTINA CLAUDIO titolare della Martina, unica società rimasta…
PM: quindi nonostante la creazione di un Consorzio Valsusa costituito da imprese locali la CMC… la LTF non assegna il primo lotto né al consorzio valsusa né a Lazzaro ma a questa società che compare dal ravennate, la CMC… questo… (…) rispetto all’iniziale progetto ha creato dei problemi?
teste: si, infatti Lazzaro Ferdinando che era intervenuto attraverso la Italcostruzioni si interessa attraverso MASSA LUIGI che era stato eletto presidente del CONSORZIO VALSUSA per capire perché i lavori non erano stati assegnati… particolarmente interessanti le telefonate di Lazzaro Ferdinando con Turnur Paolo che è un suo conoscente, in cui parlano di CERRUTI
PM: però non andrei a complicare troppo… andrei semplicemente a capire…. le contromisure che Lazzaro cerca di adottare e soprattutto se questo ha dei risvolti rispetto ai nostri imputati, qindi e… cosa fa Lazzaro? Si rivolge a qualche politico?
teste: sì, al senatore ESPOSITO attraverso MASSA LUIGI
PM: per chiedergli cosa?
teste: per chiedergli… allora, la CMC acquisisce questi lavori e anziché dare i lavori all’ATI o al consorzio Valsusa composto tra gli altri da Lazzaro Ferdinando si rivolge alla ICOVAL di CERRUTI MARCO, e Lazzaro non prende bene la cosa, il 18 aprile … telefonate tra Martina Claudio e Lazzaro Ferdinando, Martina informa Lazzaro che la CMC gli aveva chiesto un preventivo ma che i lavori non erano stati assegnati a lui …
PM: no, non ci interessa, mi interessano gli SMS successivi….
teste: sì, il 19 aprile 2012 MASSA LUIGI avvisava con SMS Lazzaro Ferdinando che l’onorevole Esposito…aveva fatto un comunicato (…)“Dovrebbero averti girato la mail nella mia casella con il comunicato stampa di Esposito, poi quando rientro vado io se non vogliono perdere la faccia vado io, tienimi aggiornato ciao. SMS n.55 utenza 629 in uso a Lazzaro inviato da MASSA LUIGI, presidente del consorzio VALSUSA, un politico della Val di SUSA.
PM: quindi si parla di un comunicato stampa del senatore ESPOSITO, ci sono altri SMS?
teste: ci sono telefonate…
PM: il comunicato stampa l’avete visto?
teste: si… che i lavori della TAV fossero assegnati ad imprese valsusine presenti sul posto senza l’intromissione di altre aziende che arrivassero da…
PM: poi l’effetto di questo intervento? I lavori vengono affidati, non vengono affidati?
teste: i lavori non vengono affidati a Lazzaro ma alla ICOVAL di Cerutti Marco, anche se c’è una email…
PM (interrompendo) a me interessa … cosa accade ad aprile 2012?
teste: Massa Luigi, 20 aprile 2012….
PM: ad un certo punto Lazzaro crede di aver ottenuto dei lavori
teste: sì, il 23 aprile 2012 LTF comunicava al consorzio valsusa che l’offerta era al vaglio, la comunicazione avveniva in lingua francese e la segretaria immediatamente dopo, anziché telefonare al presidente del consorzio valsusa, avvisava Lazzaro Ferdinando (139 del 23 aprile 2012) dell’avvenuta assegnazione dei lavori.
Quindi c’è questo “equivoco”, la segretaria del Consorzio Valsusa traduce la comunicazione di LTF in modo errato, perché il senso dell’email di LTF è che anche la loro offerta verrà presa in considerazione e non che è stata scelta tra le altre offerte. Curioso, poi, che anziché chiamare subito il presidente del consorzio, LUIGI MASSA, la segretaria chiami LAZZARO che non è neanche uno dei partecipanti, essendo fallita ITALCOGE e subentrata ITALCOSTRUZIONI, con il cognato e la sorella di Lazzaro. Il 23 aprile c’è poi una telefonata di Lazzaro al presidente Luigi Massa, poi due SMS, ma il problema nasce quando Luigi Massa legge il testo del messaggio e capisce che non è stato tradotto correttamente. Nel frattempo anche il senatore Esposito lancia un entusiastico comunicato indicando il Consorzio Valsusino come quello “in pole position” per aggiudicarsi “un appalto da 12 milioni di euro“.
Curioso e molto denso il curriculum politico di LUIGI MASSA, che inizia la sua carriera come consigliere comunale e poi sindaco del comune di Montanaro, in quel chivassese dove si è profondamente radicata la ‘ndrangheta, come dimostrato dall’inchiesta MINOTAURO.
PM:ma per chiudere la vicenda dell’affidamento dei lavori e capire se poi tutte quelle proposte dei soggetti nominati prima siano tradotte in cose concrete, Lazzaro poi ottiene con il consorzio o con la Italcostruzioni affidamenti di lavori grosso… questo lavoro grosso o no?
teste: no
PM: quindi a parte le attività iniziali, lavori preparatori, il lavoro grosso…. non viene affidato a Lazzaro, perché ?
teste: è stato estromesso, diciamo che il Consorzio Valsusa viene estromesso dal lavoro e i lavori della CMC vengono affidati ad una ditta valdostana che è la ICOVAL di Cerruti Marco, infatti tra Lazzaro e Cerruti ci sono attriti che vengono…
PM: va bene, poi cosa succede a Lazzaro ? a Marzo 2013 mi risulta sia stato arrestato….
teste: arrestato per la misura… quale amministratore della ItalCostruzioni, società concorrente per la Italcoge per l’affitto del ramo d’azienda della Italcoge… avevaprodotto una FIDEIUSSIONE FALSA
PM: ok quindi Lazzaro esce di scena
teste: sì
PM: abbandona TORO il disegno di ottenere per sé e per altri lavori?
teste: no, assolutamente.
PM: qual è il percorso alternativo?
teste: messo da parte .. si apoggia ad ODETTO FABRIZIO, amministratore delegato della COGEFA che rientra nella vicenda dello spaccio di sostanze stupefacenti [ procedimento separato per il quale TORO ha patteggiato, ndr]
PM: cerchiamo di inquadrare la CoGefa cosa c’entra col TAV
teste: la CoGeFa fa capo ad ITINERA che fa parte delle società indicate per l’assegnazione dei lavori per la costruzione della grande opera
PM: da chi?
teste: dalla LTF
PM: quindi che vuole fare TORO?
teste: TORO Giovanni si avvicina a ODETTO FABRIZIO e.. ricostruiamo la figura di Odetto, era l’amministratore delegato della COGEFA, genero di FANTINI, e amministratore delegato della TRA.MA e consorzio EDILMACO, la famiglia FANTINI legata alla famiglia GAVIO, società che gestisce traforo FREJUS, estromesso Lazzaro, Toro vede in Odetto Fabrizio il gancio per poter rimanere legato… per inserirsi nei lavori del TAV.
PM: c’è qualche conversazione in cui lui manifesta questo intendimento?
Ce ne sono alcune, ma per ora ci fermiamo qui. Perché domani ci aspetta un’altra udienza, sempre in aula 3, al tribunale di Torino, ore 9:30.
Aggiorneremo il report nei prossimi giorni. Perché c’è ancora molto da dire, soprattutto per l’inquietante silenzio generale di tutti i media su questa vicenda.
Simonetta Zandiri – TGmaddalena.it