L’annuncio del ministro Del Rio “Cambia la tratta italiana della Tav: costerà 2,6 miliardi in meno” ha fatto andare in fibrillazione le penne di molti giorni e siti online, che hanno iniziato a raccontarci di una (perchè per loro è sempre femminile singolare) Tav low cost, meno impattante, e pure simpatica perchè no!
Il ministro, su indicazione del duo Virano-Foietta, parla di progetto “revisionato rispetto al preliminare del 2011 e il costo degli interventi scende da 4,3 a 1,7 miliardi.” In soldoni la tratta nazionale, utilizzerebbe meno gallerie e nuovi binari e più linea storica. Da qui si dovrebbe evincere il buon senso del governo e il risparmio all’orizzonte.
Diciamo subito che questa è un’ abile operazione di propaganda utile a confondere la situazione, e in seguito spieghiamo perchè.
L’unico dato che valutiamo (ed è da valutare) come positivo è il fatto che governo e osservatorio cercano soluzioni per giustificare un’opera inutile e sempre più costosa. Il dato di fatto è questo, non c’è altro, la Torino Lione non serve a nessuno (Paese, imprenditore o cittadino) ma è un bel bacino di soldi pubblici da drenare ad amici e costruttori vari.
Quindi partiamo da qui, quest’ operazione simpatia, porta in sè l’implicita sconfitta delle tesi di ogni sitav passato e futuro.
Poi a parte il dato politico, nella realtà non parliamo di nulla di nuovo, ma di una strategia di realizzazione a fasi che permette ai furbacchioni di parlare di riduzione dei costi e dei km, ed omettere che sono presi in considerazione sono alcune voci di costo e che i tempi si allungano rispetto al previsto (e quindi anche i relativi costi).
Inoltre il grosso del denaro da spartirsi in questo momento è sul tunnel geognostico e sulle opere connesse, che sono il vero bancomat per gli amici degli amici, anche quelli un pò ndranghetisti…
Facciamo nostra l’analisi tecnica di notavtorino, per tornarci su nei prossimi giorni: “In realtà l’abile operazione di propaganda nasconde il fatto che anche l’Italia, come già la Francia, deve fare i conti con la disponibilità di soldi, ed è costretta a realizzare la Torino-Lione a pezzi, con un orizzonte di completamento che va oltre il 2050. L’utilizzo della ferrovia esistente sarebbe così transitorio, per alcuni anni a partire dal 2030, ma il resto verrebbe costruito in seguito. E per poter essere utilizzata nella cosiddetta fase 1, la linea storica necessita, nei prossimi 15 anni, di vari cantieri per l’indispensabile adeguamento. Il millantato risparmio sui costi deriva dal fatto che si confronta la spesa per la sola fase 1 con quella per l’intero progetto originale: in realtà, alla fine, il tutto costerà ben di più.”
(Vedi il documento completo sul progetto per fasi)