E alla fine ha lasciato il palco senza parlare il sindaco Fassino, insieme a lui Chiamparino ed altri assessori che insieme all’ANPI hanno chiuso la fiaccolata istituzionale di ieri sera organizzata per celebrare i 71 anni della Liberazione.
Già da subito, all’arrivo in piazza, la celere cerca di tenere distanti chi si avvicina con bandiere No Tav e lo striscione delle mamme e dei parenti dei ragazzi sottoposti a misure cautelari, ma con scarso risultato.
Nel giro di solo mezzora lo spezzone sociale è infatti il più numeroso della fiaccolata, circa un migliaio di persone a fronte delle 6.000 presenti.
Lotta per la casa, No Tav, studenti antifascisti e antirazzisti sono solo alcune delle anime presenti, tanti i parenti dei giovani arrestati e cautelati perchè hanno partecipato a queste lotte che con orgoglio aprono lo spezzone con lo striscione “Abbiamo bisogno di Resistenza”.
All’arrivo in Piazza Castello un triste spettacolo ci si pone di fronte, il PD è intenzionato ad ignorare la presenza di centinaia e centinaia di persone e, una volta terminati gli interventi dei partigiani e quando prende parola il capo della consulta provinciale del PD, parte la contestazione.
Al grido “vogliamo parlare” e “le mamme sul palco” continua un teatrino dell’assurdo, la celere che fa la sua comparsa sotto il palco e le istituzioni che continuano i loro monologhi in mezzo ai fischi della gente.
La rabbia è tanta ma non si demorde e mentre continuano a svettare in piazza i cartelli con i volti dei nostri giovani e la bandiere No Tav sventolano con energia, si chiude la cerimonia ufficiale e si prepara il palco per il concerto del Jazz Festival.
Max Casacci leader dei Subsonica e artista torinese, non appena sale sul palco si accorge della situazione subito sotto e invita la mamma di Jacopo, giovane ricercatore No Tav arrestato il settembre scorso in Clarea durante un’azione contro il cantiere, a salire sul palco e a leggere la lettera che i parenti hanno scritto per questa giornata.
Le prime parole sono queste: “Siamo le madri e i padri, i familiari e i tanti amici dei 28 ragazzi e ragazze che, nella nostra città – medaglia d’oro per la Resistenza – sono stati sottoposti a misure cautelari molto dure. Non per aver rubato soldi pubblici nè per aver avvelenato l’aria con la polvere di amianto ma per aver lottato contro il treno ad alta velocità Torino-Lione, oppure per aver difeso le aule universitarie dai tentativi sempre più frequenti di infiltrazione da parte dei fascisti torinesi, o ancora per aver manifestato in corteo contro la presenza e i comizi di un partito xenofobo e razzista che ben conosciamo….”
Terminata la lettera un grande applauso si leva dalla piazza, anche da parte dei tanti che a quel punto sono giunti per il concerto.
Alla fine, ci diciamo, ce l’ abbiamo fatta, grazie a quella caparbietà che le lotte ci hanno insegnato soprattutto quella in difesa della nostra Valle.
Alla prossima, avanti No Tav!
Liberi tutti e tutte!