La Procura di Torino procederà per il reato di omissione in atti d’ufficio contro Mario Virano, direttore generale di Telt, la società che si occupa della costruzione della linea ferroviaria dell’alta velocità Torino-Lione.
Il giudice per le indagini preliminari Gianni Macchioni non ha infatti accolto la richiesta di archiviazione. Il procedimento giudiziario era nato dopo che Alberto Veggio, amministratore locale della Val Susa, aveva denunciato la mancata consegna di alcuni documenti che erano stati richiesti quando Virano presiedeva l’Osservatorio sulla Torino-Lione.
Dopo la decisione del gip, Stefano Bertone, avvocato dell’amministratore val susino, ha annunciato battaglia se si arriverà a processo «Ritengo molto probabile che Veggio si costituirà parte civile chiedendo il risarcimento dei danni al signor Virano e insieme a lui al responsabile civile, la Presidenza del Consiglio dei ministri». Per Bertone la presunta omissione di Virano è un fatto gravissimo dato che «la pubblica amministrazione è al servizio del cittadino, che la controlla. Non il contrario» e dichiara il fermo proposito di «creare un effetto deterrente sui dipendenti pubblici che non onorano il dovere di trasparenza della cosa pubblica».
La mancata archiviazione dell procedimento contro Virano ha scatenato l’attacco anche del Movimento 5 Stelle: «Il lavoro di Virano all’Osservatorio Tav è macchiato da questo procedimento e il nuovo impegno in Telt è già segnato dal pronunciamento dell’Antitrust. A questo punto ci sono sufficienti elementi per chiedere le immediate dimissioni» ha dichiarato la consigliera regionale Francesca Frediani.
Non solo Virano nel mirino dei pentastellati ma anche il nuovo presidente dell’Osservatorio: «In piena sintonia con il suo predecessore anche Paolo Foietta ad oggi, ha negato alcuni documenti promessi in audizione in Commissione regionale trasporti». Ma il giudizio negativo investe tutto l’organismo di vigilanza «Questo caso è una ulteriore conferma del pessimo lavoro svolto dall’Osservatorio sul Tav, che si è trasformato da luogo di confronto a strumento di propaganda Sì Tav e mercato di compensazioni» ha concluso Frediani.