Sabato 27 febbraio, poco dopo le 11.30, ad Almese, in valsusa una decina di fascisti di forza nuova capeggiati da Roberto Usseglio Viretta coordinatore provinciale salgono frettolosamente nelle auto e scappano. A scortare le auto in una colonna improvvisata alcune auto civetta del reparto digos della polizia di Torino. A garantire una via di fuga decine e decine di poliziotti e carabinieri che, schierati nei prati e lungo la strada provinciale con l’aiuto dei furgoni sbarrano la strada alla mobilitazione antifascista. Erano accorsi in difesa dell’italianità, per difendere gli almesini dagli stranieri, alla fine sono fuggiti loro rincorsi dagli almesini. Ponti d’oro verso la fuga, in questo caso.
Ma proviamo a ripercorrere una giornata che inizia presto, alle 8, in piazza Martiri della libertà, ad Almese. Giungono dai paesi della valle di Susa molte persone, antifasciste e notav, come è ovvio e doveroso che sia. Le anpi della valle di susa hanno lanciato l’appuntamento. Ci sono almeno dieci sindaci, quello di casa orgogliosamente con la fascia tricolore, il parroco e i medici del paese, donne, uomini, bambini, giovani e anziani. Ci sono un po’ tutti, al freddo e in una giornata di pioggia, delegazioni dai vari paesi, un numero adeguato ma misurato allo stesso tempo. Per dirla con un termine molto locale “ci siamo scaldati ma neanche troppo”. Quello che più preoccupa non è la situazione attuale di questi gruppuscoli residuali dell’estrema destra fascista bensì il precedente che si sarebbe creato e la possibile prospettiva. Primo una questione di identità locale, intollerabile in una valle simbolo della resistenza l’agibilità per i fascisti. Secondo in una valle che nonostante la grave crisi occupazionale ed economica si fa promotore di accoglienza lasciare agibilità a chi per una mera speculazione politica crea il dubbio e l’odio verso il diverso, il non conosciuto.
Tutto ha inizio però con la richiesta fatta il 22 febbraio da Viretta al comune di Almese per piazza Martiri della libertà. Il sindaco nega, il prefetto commissaria la decisione e delega la questura a garantire l’agibilità politica per il gruppo fascista. Una brutta pagina che si chiude con la scelta del questore, i fascisti potranno manifestare nel piazzale del cimitero, lontano dal paese protetti dalla polizia. Ma il sindaco e le anpi si mobilitano e si arriva appunto alla giornata di oggi. Ed è proprio da piazza martiri che si parte in corteo. Si ripercorrono le strade del paese verso il cimitero tutti insieme arrivando a circondare attravero i campi il pesante dispositivo di sicurezza. Basta quello, la fifa fa novanta e gli eroi del ventennio diventano eroi della fuga in auto, degni di un poliziesco anni settanta.
Raccontiamo questa storia perchè ci è piaciuta, per la partecipazione ottima, per il protagonismo di tutte le persone accorse, per la fuga in auto, per la presenza delle istituzioni locali, del nostro senatore no tav del parroco dell’anpi. Una storia di antifascismo valsusino, magari diverso da quello di città ma molto simile alle pagine più belle della storia no tav. Per la misura con cui si è affrontato il problema, nei numeri, nella determinazione e nella semplicità delle sue forme. Tutto adeguato alla minaccia, senza tante figure retoriche slogan o giri di parole. Ci è piaciuto anche vedere l’ardire del fascista che su facebook ci copre di insulti e riesci a pubblicare almeno una trentina di post al giorno tra commenti e stronzate. Ma ci è piaciuto ancora di più quando ci ha visto e nonostante la polizia a sua difesa è scivolato in auto veloce come un merda. Ci piace così, arrabbiarci il lunedì per la provocazione di vedersi indire di fianco a casa un’iniziativa fascista e ridere tutti insieme al bar del paese dopo averli fatti scappare dalla terra in cui siamo nati e che adoriamo, libera e antifascista.