Che l’informazione giornalistica dei principali quotidiani locali sia di parte e comunque avversa al movimento No Tav si sa, che tante volte negli anni questo mondo si sia fatto foriero della battaglia Si Tav è altrettanto evidente.
Questa premessa per dire che non ci sorprendono gli articoli di parte e contrari, ma a volte come oggi leggendo l’edizione on line della stampa con l’articolo di Massimo Numa ci si chiede come sia possibile che venga dato tanto spazio alle fantasie e ai deliri di tale personaggio.
L’apericena di ieri sera ai cancelli di Chiomonte, che si è poi trasformato in una passeggiata a sorpresa tra le vigne e i boschi attorno al cantiere, viene raccontato in maniera assolutamente falsificata, tanto da farci scrivere queste poche righe a commento.
Partendo dai fatti, ieri in circa un centinaio ci si è mossi per i sentieri, riuscendo a fare battiture ai cancelli e lanci di fuochi d’artificio da diversi punti dello stesso. La risposta della polizia, piuttosto scontata ed inefficace, si è esaurita nel lancio di diversi lacrimogeni e l’utilizzo alla rinfusa dell’idrante (infatti nessuno si è bagnato).
Sulla strada del ritorno un gruppo di 12 No Tav si è staccato dal gruppo e scendendo per le vigne ha tentato di raggiungere via dell’Avanà la cui libera circolazione continua ad essere interdetta, se non per eccezioni concesse dalla polizia a guardia del dispositivo.
I 12, come ben avevano previsto, una volta raggiunta la propria meta sono stati fermati dalle forze dell’ordine, perquisiti ed identificati per poi essere rilasciati nel giro di poco tempo.
Ecco che questo fermo “volontario”, qui sopra sinteticamente raccontato, nelle righe dell’articolo della Stampa si trasforma in una spettacolare operazione dell’intelligence poliziesca in cui “dodici attivisti No Tav del centro sociale Askatasuna sono stati fermati stanotte dalla Digos e denunciati per la violazione dell’ordinanza del prefetto..”. La cosa di per se non suonerebbe strana, sia chiaro, ma sorprende poiché in realtà dei 12 fermati ben 7 erano VALLIGIANI dei quali 5 con età media di anni 65 di Vilarfocchiardo, Giaglione, Susa, Chianocco e Bussoleno. Gli altri una studentessa di Pisa, una di Brescia e altri 3 di Torino.
Non pago, Numa si spinge ben oltre, cercando di enunciare i motivi interiori che hanno spinto questa volta i No Tav (che in Clarea settimanalmente continuano da anni a portare azioni di disturbo) a percorrere i sentieri e secondo lui ci troveremmo di fronte ad una sorta di lamentazio contro l’incontro tra i sindaci valsusini e il ministro del Rio….da cronista fantasioso a psicologo da quattro soldi, che magra figura.
Alla prossima, nonostante lo sciacallo Numa.