da Spintadalbass – Ho venduto anche la sabbia riciclata a Italcostruzioni oggi, ma che cazzo ne sapete?!? Che domani lo faccio girare tutto il giorno, Dio fa, gli ho detto “stendi questa Dio fa, sulla Tav, che è bella”. Ma che cazzo ne sa sta gente, ma si dai.
Questo diceva il 29 marzo 2012 Gianni Toro, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e smaltimento illecito di rifiuti, in una conversazione riportata nell’ordinanza di applicazione di misura cautelare dell’inchiesta San Michele . In una precedente telefonata specificava che la “sabbia riciclata” serviva “per spianarla sopra un piazzale…si vede che devono portarlo su…alla…alla Tav”. Toro fornisce in quei giorni il medesimo materiale anche ad altre ditte, nelle carte dell’inchiesta vi è una telefonata fra Toro e un dipendente della Ritonnaro Costruzioni che stava lavorando per la Smat. Quest’ultimo si lamenta della qualità del materiale inviato da Toro contenente pezzi di asfalto grossi “come mattoni”. Commentano gli inquirenti: “Toro invitava l’interlocutore a tombare il materiale e ricoprirlo poi con del materiale di qualità migliore che gli avrebbe fornito; aggiungeva che aveva avuto necessità di smaltire materiale di quel tipo, ed a tale scopo lo aveva fornito per vari cantieri, aggiungendo ‘anche per quello lassù’. Appare evidente il riferimento al materiale ceduto alla Italcostruzioni da destinare al cantiere della Maddalena”.
Quindi sul finire di Marzo 2012 Toro cedeva del materiale (che “doveva far fuori”) all’Italcostruzioni per impiegarlo alla Maddalena. Ma cosa accadeva esattamente in quei giorni alla Maddalena? Era nel pieno svolgimento la prima campagna di monitoraggio ante operam della qualità dell’aria.
Cos’è il monitoraggio ante operam? Lo spiega chiaramente la Commissione VIA nelle sue Linee guida per il progetto di monitoraggio ambientale che impongono che il monitoraggio ante operam si concluda “prima dell’inizio delle attività interferenti con la componente ambientale”. E lo distingue dal monitoraggio in corso d’opera “che comprende tutto il periodo di realizzazione, dall’apertura dei cantieri sino al loro competo smantellamento e al ripristino dei siti”.
Secondo le linee guida della Commissione VIA il monitoraggio ante operam deve “definire lo stato dei luoghi, le caratteristiche dell’ambiente naturale ed antropico, esistenti prima dell’inizio delle attività”. Mentre il monitoraggio in corso d’opera ha lo scopo di “analizzare l’evoluzione di quegli indicatori ambientali, rilevati nella stato iniziale, rappresentativi di fenomeni soggetti a modifiche indotte dalla realizzazione dell’Opera, direttamente o indirettamente (es.: allestimento del cantiere).”
Quando è iniziato il monitoraggio ante operam alla Maddalena? Lo dice Ltf nel Rapporto finale ante-opera (MAD MA3 FEN 0202): “le attività di monitoraggio ante-opera sono state avviate a partire dal mese di Marzo 2012” (il monitoraggio delle fibre di amianto aerodisperse è iniziato addirittura il 14 maggio). A Marzo 2012 il cantiere, aperto il 27 Giugno 2011, era nel pieno dell’allestimento. Durante il monitoraggio ante operam nel cantiere ci sono stati sbancamenti, costruzione di strade, preparazione dei piazzali, allestimento della parete berlinese ed ora sappiamo anche trasporto della sabbia riciclata di Toro.
Come si conciliano tutte queste attività di cantiere con il monitoraggio ante operam? Bisognerebbe chiederlo ad Arpa. Perché proprio ad Arpa il Cipe ha affidato il compito di concordare con Ltf il Piano di Monitoraggio Ambientale seguendo le Linee guida redatte dalla Commissione Speciale VIA richiamate in precedenza (Cipe 86/2010 prescrizione 19). Ma nelle Valutazioni dei risultati del Monitoraggio Ambientale – Fase di ante-operam scritto da Arpa non vi è traccia del fatto che l’ante operam sia stato fatto mentre il cantiere era in pieno svolgimento. O meglio, vi è qualche traccia indiretta e involontariamente comica, per esempio quando a proposito delle fibre aerodisperse scrivono: “l’analisi dei dati espressa dal proponente, a conclusione delle campagne di monitoraggio Ante Operam, non riporta indicazioni in merito alle attività di cantiere in corso durante i prelievi, come sarebbe stato opportuno fare, in particolare in corrispondenza delle giornate nelle quali si è ottenuto un riscontro positivo (da 0,17 a 0,89 ff/l d’amianto)”. Le attività di cantiere in corso durante l’ante operam?
Ma ci sono persino delle schede di monitoraggio in cui l’anomala situazione dell’ante operam alla Maddalena risulta evidente. Per esempio nella scheda dei rilievi del rumore ante operam presso la Borgata Clarea del 16-17 ottobre 2012, fra le note troviamo scritto “attività di movimentazione terra e scavi area di cantiere”.
Che valore può avere un ante operam svolto durante le attività di cantiere? Come può “definire lo stato dei luoghi, le caratteristiche dell’ambiente naturale ed antropico, esistenti prima dell’inizio delle attività” se le attività sono in pieno svolgimento?
La movimentazione di terra, gli sbancamenti, la creazione di piazzali, la sabbia riciclata di Toro non sono “attività interferenti con la componente ambientale”?