In un’aula stracolma di notav e giornalisti, alle 13, dopo l’interruzione delle 9.30, dove Erri de Luca ha letto una dichiarazione dove ribadiva la parola contraria, il giudice ha letto la sentenza: Assolto per non aver commesso il fatto!
Il processo imbastito contro lo scrittore Erri de Luca è la conferma di come la crociata contro i notav abbia passato così il segno che arriva a sfiorare il ridicolo.
Mentre il presidente del tribunale di Torino lamenta oltre 6000 cause ingolfate e ferme, ogni procedimento contro chi si oppone alla linea tav imbocca canali preferenziali, dove i noti pm con l’elmetto trovano il pieno appagamento alle proprie voglie d’inquisizione.
Se il processo per terrorismo, forzato in ogni sua parte, ha parzialmente subito una botta d’arresto nel suo capo d’accusa principale, oggi si celebra il processo alla parola, quella contraria, con tanta di quell’enfasi da superare le soglie del ridicolo per l’accusa in toga.
Erri ha retto l’assalto, stretto dal calore del popolo notav, dai suoi lettori e da pochi colleghi, ma è andato avanti, continuando a sostenere le sue affermazioni fino alla dichiarazione pre-condanna.
Del resto se si abbraccia la giusta causa notav bisogna andare così, fino in fondo, senza paura, convinti che la storia giudicherà questa lotta, non un magistrato, né tantomeno un tribunale.
In un paese normale, dove le contese politiche e sociali non si risolvono a colpi di condanna, ci sarebbe da chiedersi se dopo l’ennesima cantonata, spacciata come fiore all’occhiello, l’apparato giudiziario del sistema tav, non debba essere messo in condizioni di non far ingolfare i tribunali per l’ossessione notav, ma sappiamo che non sarà così, quindi per oggi, non dimenticando nessun notav inquisito o incarcerato, festeggiamo l’assoluzione di Erri e la vittoria della parola contraria, più forte (anche senza sentenze) delle parole del potere!