da Spinta dal Bass- Prima di leggere l’articolo guardate questo video, dura poche decine di secondi…
…”finora non s’è vista una fibra d’amianto”. A dirlo è il direttore generale di Telt Mario Virano. La dichiarazione risale al 16 Marzo 2015.
Le analisi e i dati di Arpa descrivono una situazione differente. Nel documento Attività di validazione dati monitoraggio ambientale componente amianto del primo quadrimestre 2015 i tecnici dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale scrivono: “nel periodo in oggetto, il proponente ha fornito alcuni dati con concentrazioni di amianto positive. In particolare, si sono riscontrati 7 casi all’interno del cantiere (ASB1), con concentrazioni fra 0,1 e 0,2 ff/l (amianto di tipo crisotilo) e 4 casi all’esterno del cantiere (A 5.4 e A 5.C) con valori tra 0,2 e 0,3 ff/l (tremolite d’amianto)”.
Non è nostra intenzione fare alcun tipo di allarmismo: questi valori non superano la soglia di 1 ff/l definita dal CIPE. Tuttavia ci pare irresponsabile nascondere questi dati dichiarando che “finora non s’è vista una fibra d’amianto”. Fibre se ne sono viste, e i tecnici Arpa ipotizzano anche la loro provenienza: poiché nel materiale scavato “sulla base dei dati disponibili, non sono stati rinvenuti minerali riconducibili a pietre verdi all’interno del cunicolo […] le analisi con concentrazioni d’amianto positive nei campioni di aria prelevati possono essere correlate ad eventi sporadici legati all’attività di cantiere (movimentazione, transito mezzi, scavi)”.
Le parole di Virano, direttore di Telt vale a dire chi fornisce ad Arpa i dati, ci paiono non solo irresponsabili e superficiali, ma anche preoccupanti. Su un tema come l’amianto occorre precisione; che fiducia si può dare a un uomo che, da direttore generale di una società, nega la presenza di fibre d’amianto quando le analisi invece la confermano?
E se la stessa Arpa afferma che potrebbero derivare da lavorazioni interne, non sarebbe più serio e prudente approfondire invece che tranquillizzare a vanvera?