Che la libertà sia una cosa seria lo diciamo da tempo. La farsa giudiziaria costruita nei confronti di Erri de Luca è uno dei segnali più eclatanti di come la Torino Lione sia un terreno sacro, intorno al quale non è possibile dissentire, pena l’incriminazione da parte di una procura, quella di Torino, palesemente schierata in uan crociata contro i notav.
Nel caso di Erri è la parola, o meglio la parola contraria, a essere messa sotto accusa con motivazioni che sfiorano l’assurdo. Alla seconda udienza del processo i pm con l’elmetto hanno fatto comparire come teste il capo della digos di Torino che si è prestato per una deposizione che ha dell’assurdo: dopo le parole di Erri de Luca sono aumentati i sabotaggi al tav e alle ditte che ne gravitano attorno. Il disegno è chiaro la parola contraria è pericolosa, va perseguita e nel caso anche incatenata.
In questo modo ci troviamo in uno dei punti più bassi del giudizio culturale nel nostro Paese, dove due magistrati “dopati” perseguono tutto e tutti, anche le parole, perchè non sono quelle recitate a memoria di chi vuole il sistema Tav vivo e vegeto (quello degli Incalza e dei Lupi).
A questo ha detto no persino il presidente francese Hollande, che si è schierato a favore di Erri e della libertà di espressione. Poi magari farà qualche distinguo nei prossimi giorni, ma tant’è.
L’appello internazionale Liberté pour Erri de Luca sta raccogliendo migliaia di firme in tutto il mondo come è giusto che sia.
Cogliamo l’occasione per rinnovare i nostri auguri, e quelli di tutta la Valle di Susa, per una rapida guarigione di Erri vittima di un malore l’altro giorno mentre camminava in montagna.
Ti aspettiamo per camminare assieme, liberi e contrari.