Con la sentenza di primo grado si è chiuso il maxi processo Notav: 145 anni di condanne e centinaia di migliaia di euro di risarcimenti. La magistratura ha inferto un duro colpo, non solo per i 47 imputat*, ma a tutto il movimento notav. Tutte le battaglie portate avanti in questi anni hanno messo e continuano a mettere in difficoltà una politica marcia, composta da politici e ministri che attraverso la truffa delle grandi opere cerca grandi profitti devastando territori promuovendo opere faraoniche che in nessun modo migliorano la vita di ognuno di noi. La grande truffa del Tav, il bancomat della politica italiana, è stata svelata, le lobby sono state prese di mira, i loro affari sporchi intrecciati con la mafia, sono stati denunciati pubblicamente. Per questi motivi lo Stato si è preso la sua vendetta contro il movimento. Per questi motivi, il movimento notav deve essere colpito, perché occorre dare un segnale che sia da monito per tutte quelle lotte sociali che si possono aprire nel nostro paese. Quando un movimento sociale, popolare, che sia in città o fra le valli di una montagna, si contrappone alle decisioni politiche prese nei palazzi del potere, praticando con determinazione il proprio NO, la politica ricorre ai propri alleati, si fa scudo di una magistratura asservita al potere che attraverso processi e condanne spera di intimidire e stroncare qualsiasi pratica di resistenza.
Senza riuscirci, la magistratura in questi anni ha cercato con ogni mezzo a sua disposizione di criminalizzare il movimento: all’inizio la magistratura ha fatto la sua magra figura con il primo tentativo, la divisione fra buoni e cattivi, poi è arrivato il black bloc e infine i terroristi. Non riuscendo a screditare davanti all’opinione pubblica il movimento notav, ha costruito una serie di processi assurdi ben interpretati dalla pagina fb è tutta colpa dei notav
La sentenza di ieri quindi è un misto di vari bocconi amari ingoiati dalla magistratura in questi anni, di castelli di carta miseramente caduti – in ultimo quello dell’attentato con finalità di terrorismo che la magistratura ha cercato di imputare a Chiara, Mattia, Niccolò e Claudio – che l’ex procuratore capo Caselli non poteva più tollerare trovando nel giudice Quinto Bosio, anche lui fra poco in pensione, un alleato perfetto, passivo e controllabile, per sferrare il suo colpo al movimento per il quale aveva già prorogato la pensione di due anni causandogli non pochi problemi di salute.
Un processo politico – lo è stato fin dall’inizio con la scelta dell’aula bunker – con una sentenza già scritta, che sa tanto di vendetta e intimidazione per il movimento notav.
Oggi noi incassiamo il colpo ma da domani ci rimetteremo in marcia, come sempre. Siamo testardi e determinati, non solo a parole ma anche nei fatti: una prima risposta alle condanne è stata data subito dopo la lettura del dispositivo bloccando l’accesso alla tangenziale di Torino e poi ancora in serata con un presidio a Bussoleno per Mario e per tutti i notav condannati. Dal presidio siamo partiti in corteo sulla statale 24 arrivando a bloccare l’autostrada Torino – Bardonecchia.
Ieri sera, mercoledì 28 gennaio, una partecipatissima assemblea popolare è iniziata con un lungo applauso per il pool di avvocati della difesa per il loro impegno e per la loro passione nel condurre le udienze. L’assemblea ha poi ascoltato con attenzione le valutazioni degli avvocati Claudio Novaro e Valentina Colletta sulla pessima gestione del maxiprocesso da parte dei pm (in primis dal duo Rinaudo e Padalino, esonerati in corso d’opera e sostituiti dai pm Pedrotta e Quaglino) e suoi metodi di giudizio, assolutamente “innovativi” utilizzati per incriminare e condannare, sulla base di pochissime prove, i 47 notav.
In un clima sereno e consapevole, per nulla stressato o sottotono come invece indica l’ufficio investigativo torinese, l’assemblea rilancia con due iniziative: la prima, una passeggiata al cantiere per sabato pomeriggio, la seconda una manifestazione nazionale che si terrà a Torino il 21 febbraio.
Politicanti, magistrati e tutti quelli che ci vorrebbero vedere sconfitti, fatevene una ragione: il movimento notav non si fa intimidire, resiste e continua a lottare, consapevoli che non sarà facile, ma che alla fine la spunteremo noi.
A sarà dura!