DUE ATTIVISTI PRESENTI QUESTA NOTTE GUIDO E NICOLETTA
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Ancora una volta in val di Susa ci troviamo costretti a combattere contro un treno. Questa volta non è la nuova linea Torino Lione con i suoi cantieri devastanti ma un treno carico di scorie nucleari. Da anni infatti, attraverso la val di susa diretti verso il nord europa, passano treni carichi di scorie nucleari provenienti dal vercellese. Questa notte era previsto uno di questi passaggi e, vista l’attualità del tema, il ritorno al nucleare appunto, è stato indetto un presidio alla stazione di Condove-Chiusa San Michele in media valle di Susa. Come raccontato dalle interviste ai presenti il presidio è stato sgomberato con la forza dalla Polizia con l’arresto di due manifestanti e l’identificazione dei restanti. Il dato positivo è che finalmente si torna a parlare di nucleare da uno dei passaggi più importanti, la gestione delle scorie. Tornare al nucleare infatti non è una semplice partita a scacchi in cui bisogna solo fare la mossa giusta come raccontato dallo spot governativo pro nucleare. Passare al nucleare per l’Italia vuole dire tornare indietro di almeno cinquant’ anni, vuol dire non sapere che quel giochino tanto caro ai nostri politici e fisici corrotti lo stiamo pagando ancora oggi. Un reattore sperimentale, quello di Saluggia, attivo per pochissimo tempo ha prodotto una quantità di scorie che ancora oggi, e forse mai, saremmo in grado di gestire. 5 centesimi ogni kw di corrente su tutte le bollette Enel per pagare esclusivamente i trasporti di scorie di appena pochi anni di attività delle centrali. Un costo complessivo dell’operazione di 15 milioni di euro per i trasporti e 1 milione 224 mila euro per il riprocessamento di ogni singola tonnelata di materiale per un totale di 64 milioni 872 mila euro. Tutto questo con una particolarità all’italiana, non siamo stati infatti in grado, come su molti altri settori, di essere autonomi nella gestione del progetto, pagando quindi a peso d’oro queste operazioni che svolgiamo all’estero. Il deposito Avogadro di Saluggia dal quale partono le scorie, da anni perde e ha inquinato completamente le falde acquifere del vercellese. Numerose sono le inchieste partite, con l’unico risultato di accelerare i trasporti senza ammissioni di colpa nè interventi seri di messa in sicurezza. Come molte cose in Italia questo doveva essere il sito provvisorio nazionale in attesa di quello idoneo definitivo. Il problema ovviamente sta nel “temporaneo” che in questo caso significa più di trent’anni.E’ impensabile continuare così, il problema del nucleare deve essere chiaro a tutti, tutti devono conoscere il rischio che corrono durante questi trasporti, tutti devono sapere per poter decidere. Non bastano gli slogan e le pubblicità “progresso” pro nucleare del governo. Vogliamo dire la verità sui costi, sui pericoli, sull’inquinamento. Più volte abbiamo ragionato sul problema in maniera complessiva, oggi è il momento di rilanciare e tornare a lottare, informare, discutere.
Tutto questo per una nuova stagione di lotta contro il nucleare, in Italia e nel mondo.