da Spinta dal Bass – Poche settimane fa il Commissario Anticorruzione Raffaele Cantone aveva lanciato l’allarme sulla Torino-Lione definendolo un caso clamoroso per l’impossibilità di effettuare controlli antimafia: “quelli della Torino-Lione saranno lavori in cui non ricorreranno interdittive antimafia perché sono svolti in base al diritto francese, dove l’interdittiva antimafia non c’è”.
Immediate si erano levate le voci a difesa della Grande Opera, prima fra tutte quella del Commissario di Governo Mario Virano secondo cui Cantone “non tiene conto del lavoro svolto negli ultimi mesi. Per le opere sul versante italiano vigono integralmente le norme antimafia previste nel nostro Paese. Non solo: grazie all’intervento del Viminale, c’è l’intesa con la Francia per estenderle anche sul lato francese. In altri termini, la Tav sarà ‘crime free’, a prescindere dall’ubicazione dei cantieri”. Anche il senatore PD Stefano Esposito si era sentito in dovere di dire la sua per contraddire le affermazione di Cantone: “problema inesistente semmai l’abbiamo risolto”.
Ma è di un paio di giorni fa un nuovo capitolo di questa vicenda. La “Commissione di Promozione della Cultura della Legalità e del Contrasto dei Fenomeni Mafiosi” del Comune di Torino ha pubblicato il suo Rapporto Conclusivo, e c’è spazio anche per la Torino Lione. In due occasioni la commissione ha audito Mario Virano. L’architetto, come suo solito, si è prodigato in rassicurazioni: ha “illustrato gli sforzi per armonizzare la legislazione francese ed italiana” su appalti e antiriciclaggio e “annunciato l’accordo per l’utilizzo della normativa antimafia”. Ma oltre ai buoni propositi c’è dell’altro. Perchè la Commissione rileva come “molto lacunose e preoccupanti invece erano state le risposte riguardanti le opere preliminari e collaterali di importo notevole (alcune centinaia di milioni di euro) che sono state realizzate e saranno realizzate al di fuori delle suddette normative ed accordi bilaterali”. Prendiamo atto che il Commissario di Governo Mario Virano dà risposte lacunose e preoccupanti su temi così delicati. Non basterà all’architetto usare qualche termine inglese (crime free!) per difendere la sua imbarazzante posizione.
E quali sono i lavori realizzati all’infuori di queste normative? Scrive la commissione “fra questi spicca la realizzazione del cantiere della Maddalena realizzato nel 2011, già attenzionato dalla magistratura proprio nel corso dell’indagine San Michele, e chiaramente oggetto di tentativi di infiltrazione. Sui fatti oggetto di indagine, sui meccanismi amministrativi, sulla scelta dei soggetti esecutori e loro subappaltatori le risposte necessitano di ulteriori approfondimenti e verifiche”. Il cantiere più presidiato d’Italia, quello usato come sfondo per le passerelle di politici di ogni ordine e grado! A noi non serve la relazione della Commissione del Comune di Torino per sapere queste cose, da tempo il movimento no tav ha svelato il funzionamento del cantiere di Chiomonte, dei suoi appalti e subappalti, e del sistema Tav in generale (ricordate questa vicenda? E questa? E la ditta al centro dell’inchiesta San Michele sulla ‘ndrangheta che posa l’asfalto per le fdo nel cantiere di Chiomonte? Come dice Virano, crime free! E che dire “della scelta dei soggetti esecutori” fin dallo sgombero della Maddalena?). Ma nonostante questo ci paiono indicativi i rilievi della Commissione perchè svelano alcune crepe che si stanno allargando sempre più e mettono in discussione un personaggio come Virano che fino a poco fa si credeva un intoccabile.