da notavterzovalico – Era il 27 giugno quando uscì la notizia che la Lauro Spa sarebbe stata allontanata dal cantiere del Terzo Valico di Voltaggio per il venir meno della certificazione antimafia. Una settimana di tempo per mettere in sicurezza il cantiere e poi i cancelli si chiusero. Il mondo politico e sindacale tirò fuori il peggio di sè, del tutto incapace a proferire parola sull’accaduto e esclusivamente preoccupato per la sorte dei 50 operai impegnati all’interno del cantiere a cui era stata recapitata lettera di licenziamento da parte dell’azienda. La Lauro ovviamente non rimase a gurdare e ricorse al Tar del Piemonte contro il Ministero dell’Interno e la Prefettura di Torino che emanò l’interdittiva antimafia. L’11 luglio il tribunale amministrativo piemontese riunito per l’udienza sulla concessione della sospensiva del provvedimento diede ragione alla Lauro Spaaccogliendo il ricorso presentato dai loro legali e disponendo la sospensione dell’interdittiva antimafia in attesa dell’udienza di merito fissata per il 20 novembre 2014. Seguirono alcuni giorni di incertezza in cui su diversi quotidiani si dibattè se la Lauro sarebbe rientrata a lavorare nel cantiere del Terzo Valico considerato che Cociv aveva rescisso il contratto di appalto. Noi non partecipammo al gioco delle previsioni pur temendo di arrivare a dove si è arrivati oggi. I quotidiani e i giornali on line scrivono che la Lauro rientrerà a lavorare all’interno del cantiere già nei prossimi giorni, fra il silenzio della classe politica e il giubilo del signor Cogliandro, segretario degli edili della Cgil in provincia di Alessandria.
Capiamo benissimo l’imbarazzo dei Sindaci, dei Consiglieri, dei Parlamentari davanti ad una simile questione. Nonostante un’inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia da cui è derivato il provvedimento di interdittiva antimafia emanato dalla Prefettura di Torino, un tribunale amministrativo decide che non vi siano sufficienti elementi di colpa a carico dell’azienda e ad oggi non ci è dato sapere se l’Avvocatura dello Stato si appellerà al Consiglio di Stato per conto del Ministero dell’Interno e della Prefettura Torinese. Non abbiamo letto le carte, perchè non ci è stato possibile entrarne in possesso e non abbiamo gli elementi per entrare nel merito della sentenza del Tar, ma affermiamo con convinzione che tutto questo è del tutto inutile al fine di continuare ad affermare che La Lauro resta una ditta impresentabile che una classe politica sana dovrebbe comunque allontanare dai cantieri di un’opera pubblica e che all’interno dei cantieri del Terzo Valico lavorano le peggiori ditte italiane legate a doppio filo con la criminalità organizzata. Come dimenticarci che la Lauro è coinvolta in un’inchiesta in cui viene accusata di tangenti, corruzione, truffa aggravata ai danni dello Stato e false fatturazioni? Come dimenticarci che un bravo operaio della Lauro, ubriaco fradicio, investì due ragazze per poi darsi alla fuga? Come far finta di non sapere che mentre i riflettori erano puntati sull’azienda di Borgosesia pizzicavamo un’altra ditta finita all’interno del processo Minotauro? E come dimenticarci delle gesta dell’imprenditore Ruberto proprietario di una delle cave in cui conferire lo smarino del Terzo Valico? Infine come dimenticarci della quindicina di ditte che abbiamo censito, quasi tutte coinvolte in pesantissimi scandali?
Davanti a questo i politici tacciono perchè il sistema delle grandi opere è innanzi tutto finanziamento illecito dei partiti che sostengono la realizzazione della grande opera. Il sindacato e in particolar modo la Cgil, sputando sulla propria storia, decide di chiudersi gli occhi e di tapparsi bocca e orecchie nel nome di “un lavoro di merda” che comporterà devastazione ambientale e rischi sanitari oltre, naturalmente, all’infiltrazione delle organizzazioni criminali. Sono semplicemente complici. Complici nel far finta di non sapere quello che tutti i cittadini onesti ormai possono vedere, complici nello scambiare la dignità del lavoro per gli interessi di multinazionali del calibro di Impregilo, complici nel voler perpetrare un sistema marcio alle fondamenta che gli garantisce potere e ricchezza.
Per fortuna c’è altro rispetto a loro, profondamente nemico di loro e di quel modello di sviluppo così maledettamente miope che sta significando devastazione ambientale, miseria, impoverimento generalizzato. Per fortuna c’è un movimento popolare che ha lottato a testa alta e continuerà a farlo per fermare questa grande opera, utile esclusivamente a chi la costruisce e ai loro maggiordomi di partito e sindacato.