da Nuovasocieta.it – Le polveri sottili invadono la Valsusa. È questa la realtà. I dati parlano chiaro, è inutile continuare a negare ciò che carte alla mano è palese.
I livelli di pm10 in Val Clarea, ovvero dove sorge quel mostro distruttore fatto di reti, luci e asfalto del cantiere Tav a Maddalena di Chiomonte, sono allarmanti.
Nonostante ciò il mondo istituzionale ha sempre messo a tacere, sminuendo ciò che sta succedendo in Valsusa. Il 27 marzo nella Prefettura di Torino si è svolto un teatrino degno della miglior pantomima: Angelo Robotto, direttore dell’Arpa, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, mentre guarda con occhio languido Maurizio Bufalini, direttore generale di Ltf, insieme all’immancabile Mario Virano, presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione, ha messo su lo show: il cantiere in questione è quanto di più salutare possa esistere. Insomma a loro detta l’aria che si respira in quel della Clarea è purissima (altissima e levissima, ci verrebbe da dire, parafrasando uno spot pubblicitario).
Peccato che oggi, qualcun altro si sia svegliato gridando al pericolo polveri sottili, sempre nel “locus amoenus” cantato dalla troika Robotto-Bufalini-Virano.
E a sollevare la questione non sono i No Tav, bensì il Siulp, uno dei sindacati di polizia, che ha scritto una lettera al prefetto di Torino Paola Basilone e al questore del capoluogo piemontese Antonio Cufalo.
Il segretario provinciale del Siulp Eugenio Bravo chiede un «sopralluogo urgente al cantiere di Chiomonte per valutare i rischi che corrono i poliziotti a respirare le polveri prodotte dai lavori» e sottolinea anche «le pessime, per non dire indecenti, condizioni igieniche dei cosiddetti “bagni chimici”, dislocati nei vari punti del cantiere Tav».
Insomma a parte l’excursus sulle toilette, nel comunicato emerge la pericolosità dei livelli di pm10. Dunque esiste un allarme lanciato da chi vive quotidianamente all’interno del cantiere.
Bravo è stato contattato personalmente dal vice presidente della Commissione Trasporti del Senato, «il quale ha dato immediata disponibilità sua e di una delegazione parlamentare delle diverse Forze Politiche per verificare, unitamente al Siulp, la condizione ambientale».
Detto ciò, attendiamo con fermento la relazione sulle polveri sottili. Certo l’Arpa sul suo sito ha pubblicato i dati sull’inquinamento delle grandi opere. Per la Torino-Lione però i dati consultabili arrivano fino al 2012, ovvero non si può prendere visione di quelli antecedenti ai lavori.
Se questa è la chiarezza e la trasparenza, si negherà la pericolosità di quell’aria solo per poter portare avanti indisturbati la grande opera, definita inutile da varie voci. I lavori devono andare avanti a ogni costo, anche se il prezzo da pagare è la vita di una valle.
Pensando al peggio ci viene in mente quanto accadeva in Fiat un tempo. Ufficialmente nessun operaio è mai morto tra quelle mura, perché il decesso veniva dichiarato in ambulanza. Anche quando l’operaio era caduto dentro un alto forno e di lui praticamente non restava nulla.
Così forse un giorno ci racconteranno che nessuno è morto per le emissioni nocive del cantiere. Basterà che chi si ammala venga ricoverato in un ospedale che non sia in Valsusa.