Pubblichiamo con le lacrime agli occhi e il cuore fermo queste bellissime parole che ci ha scritto Giovanni. Per fabrizio, un amico, un no tav…
Non ci sono “ parole giuste” per parlare di un amico che muore in montagna.
E a tutti noi pare ancora incredibile che sia successo.
Fabrizio è stato travolto da una valanga nel canale della Lourousa in Val Gesso. Con lui è morto un altro ragazzo, Daniele Vottero Reis di Ivrea, e sono rimasti feriti altri scialpinisti.
Ogni parola può risultare stonata ma a volte lo è anche il silenzio.
Fabrizio amava la sua Valle in particolare Chiomonte, il paese delle sue radici, e Caprie dove viveva da alcuni anni; a volte parlava un dialetto , per noi incomprensibile, con cui riusciva, per le affinità con l’Occitano, a dialogare in giro per le vallate alpine.
Era fortemente coinvolto sia nello scialpinismo sia nella mountain bike; non era sprovveduto anzi ci dava sicurezza negli itinerari più difficili.
Ed abbiamo condiviso, in questi anni, la montagna e altri momenti con i nostri figli.
Ed era NO TAV.
Con semplicità e coerenza.
Il 29 febbraio 2012, non aveva partecipato direttamente al blocco dell’autostrada, arrivò sul tardi; fece solo in tempo, quasi senza rendersi conto di quanto succedeva, a ritrovarsi inseguito dalla polizia che scatenò la caccia all’uomo per le case del Vernetto a Chianocco , preso a manganellate sulla schiena e portato in Questura.
Ne riparlava spesso, quasi scherzandoci sopra, con la consapevolezza di essere parte della comunità valsusina.
Era uno di noi: importante per tutti quelli che lo hanno conosciuto, insostituibile per i suoi cari e per chi lo ha amato.