da notavterzovalico – E’ di Venerdì la notizia circa la condanna dei vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per danni ambientali connessi alla realizzazione del Tav del Mugello fra Bologna e Firenze. Considerato che anche il Cociv impegnato nella costruzione del Terzo Valico è controllato da Impregilo, abbiamo fatto la visura camerale storica del consorzio per verificare se fra gli uomini condannati dalla Corte d’Appello di Firenze a quattro anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti e a due anni e mezzo per omessa bonifica vi fossero anche persone impegnate all’interno del Cociv.
Abbiamo quindi scoperto tre cosette interessanti:
1. Il signor Rubegni Alberto condannato a due anni e mezzo per omessa bonifica per il Tav del Mugello ha rivestito la carica di Presidente del Cociv fino a fine del 2012.
2. Il signor Guagnozzi Giovanni condannato a due anni e mezzo per omessa bonifica per il Tav del Mugello ha rivestito la carica di Procuratore in qualità di Direttore del Cociv fino a Marzo del 2013.
3. Il signor Marcheselli Pietro Paolo condannato a quattro anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti riveste attualmente la carica di Procuratore in qualità di Direttore del Cociv.
Ora che ognuno si faccia le domande che preferisce, a noi ne basta una:
E’ possibile ed eticamente accettabile che gli uomini del Cociv possano costruire il Terzo Valico dopo i danni e gli scempi ambientali di cui si sono macchiati nell’esecuzione dei lavori del Tav del Mugello?
La risposta è ovviamente no e il 5 Aprile alle ore 14 c’è una ragione in più per ritrovarsi adArquata Scrivia e manifestare fino al cantiere di Radimero. I devastatori del Cociv se ne devono andare una volta per sempre dalle terre interessate dai lavori del Terzo Valico.
Pubblichiamo un articolo sulle condanne tratto da ilfattoquotidiano.it
Tav Mugello, vertici di Cavet condannati per reati ambientali
Secondo l’accusa durante i lavori per la costruzione dell’alta velocità tra Firenze e Bologna le terre di scavo sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. Inquinati anche 24 corsi d’acqua. Diciannove persone condannate, tra i quali i vertici del consorzio controllato da Impregilo. Contestati a vario titolo: traffico illecito di rifiuti e omessa bonifica
Condannati i vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo, per danni ambientali durante la realizzazione della linea Tav del Mugello, tra Firenze e Bologna. La Corte d’appello di Firenze, nel processo bis, ha inoltre disposto l’obbligo di bonifica e il ripristino dei luoghi per i dirigenti condannati.
I reati contestati riguardano la destinazione delle terre di scavo che, per l’accusa, sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle certificazioni illegittime. I giudici hanno poi stabilito risarcimenti danni (che saranno quantificati in sede civile) per lo Stato, il ministero, Regione, Comuni e Province del Mugello. Tra i quali anche quelli per omessa bonifica di alcuni dei 24 corsi d’acqua che, secondo l’accusa, sono stati inquinati dai lavori per la linea dell’alta velocità (reati considerati prescritti).
Gli imputati erano 30, 19 le persone condannate. I vertici Cavet Carlo Silva, Pierpaolo Marcheselli e Franco Castellani sono stati condannati a 4 anni e mezzo per traffico illecito di rifiuti. Due anni e un mese di arresto per Alberto Rubegni e Giovanni Guagnozzi peromessa bonifica. Cavet è responsabile civile.
Sempre per Cavet, i giudici hanno stabilito un anno e 11 mesi di arresto per Valerio Piscitelli,Roberto Miccoli e Giulio Frulloni. I giudici hanno poi stabilito per alcuni dei condannati (anche di Cavet) l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione. I lavori per la realizzazione della linea ferroviaria, realizzata da Consorzio Cavet, iniziarono nel ’96 e sono finiti nel 2009: la tratta è di 78,5 km, di cui 73,3 in galleria.
Riguardo le bonifiche “i vertici Cavet – ha spiegato uno dei legali del Consorzio, Giuseppe Zanalla – sono stati assolti per la gestione dei siti di proprietà o gestiti dal Consorzio. Le bonifiche, riguardano quindi siti esterni. Resta poi da capire – ha aggiunto – perché il traffico illecito di rifiuti è stato ritenuto prescritto in alcuni casi e non in altri”.
“Una condanna severa”. Così il pm di Firenze Giulio Monferini ha commentato la sentenza. In primo grado, nel 2009, vennero condannate 27 persone a pene fino a 5 anni di reclusione per reati ambientali. In appello, nel 2011, gli imputati vennero assolti. La Cassazione ha poi annullato nel marzo 2013 quella sentenza ordinando un appello bis.