E’ un rituale noioso che si ripete da anni quello dei pacchi bomba (o bombe-pacco) recapitati qua e là. Noioso perchè innesca la sequela di solidarietà varie all’indirizzato, le parole roboanti dei magistrati, le dichiarazioni di politici di turno è così via. E’ ancora più noioso perchè chi usa questa forma di corrispondenza esplosiva ha come unico risultato il can can mediatico, il far parlare di sè e della presunta vittima come godimento personale.
E’ una forma di comunicato stampa esplosivo di chi ha piacere a guardarsi allo specchio mentre i movimenti e le lotte proseguono il loro cammino senza badare a fatti che non li riguardano, e come già detto qui nel caso del movimento notav, non gli appartengono.
Infatti qual’è l’effetto del pacco bomba a Massimo Numa? E’ esattamente quello che questo personaggio si aspettava da tempo, quasi a sperarci, per rifarsi una verginità da “grande giornalista” come abbiamo letto su alcuni tweet di suoi colleghi, che magari gli porterà qualche telefonata importante e uan scorta tutta per lui.
E’ un favore ad un personaggio che ha poco a che fare con il giornalismo, perchè intinge la sua penna (passateci il termine anche nell’era digitale) nell’odio e nei suoi incubi ricorrenti. La solidarietà che ha generato nei suoi confronti dovrebbe far passare in secondo piano le continue diffamazioni, strumentalizzazioni e balle che Numa racconta quotidianamente?
Dovrebbe far cessare la levata di scudi e indignazione delle Anpi e dei sinceri antifascisti in merito al suo libro, che ne denota la personalità e l’appartenza politica ( Pubblicazione neofascista di Massimo Numa, cronista de La Stampa di Torino)?
Assolutamente no! Il “giornalista” in questione campa dei suoi articoli complottisti e dalle paranoie mentali di qualche questurino; non è un esperto come oggi si vuole far credere. Leggetevi gli articoli su di noi e scoprite quanto godimento prova nel dire che la talpa è al cantiere, che la questura ha beffato il movimento ecc…
Leggete con quanta peculiarità non lesina a scrivere nomi, cognomi e residenze di qualche fermato per la lotta notav. Leggete bene e capirete chi è Massimo Numa.
Ora si vuole alimentare la campagna contro i notav, la deriva violenta, il ritorno agli anni di piombo e tutto il resto, ma la realtà è un’altra, e chi non scrive in malafede lo sa. Come si sa anche che facciamo una differenza tra giornalisti e giornalisti, ma non come vorrebbero alcuni, cioè che ci piacciono solo i giornalisti che scrivono a nostro favore. Siamo quelli che a cui piace la realtà dei fatti e chi si sforza, anche non condividendo le ragioni del movimento notav, di non candidarsi apertamente a lavorare nell’ufficio stampa della lobby sitav.
E anche i colleghi di Numa dovrebbero ammetterlo, ricordandosi che, come cita il codice deontologico del mestiere che praticano: i giornalisti non siano parte in alcun conflitto ma semplici testimoni”.
Tutto ciò per dire che non ci mettiamo in fila per dare solidarietà a Numa, ma anche che i pacchi bomba e i proiettili, non ci appartengono e non ne vogliamo essere accomunati, perchè sono l’altra faccia di quella medaglia che i vari Numa, vorrebbero mettersi sul petto.
ps: per chi è la prima volta che ne sente parlare, può vedere alcuni articoli qui e qui