Il 21 agosto 2013 compare su repubblica una trafelata risposta di redazione alle “pressioni” del movimento no tav nei confronti di un “cronista” ormai noto lui stesso alle cronache per la sua parzialità e il suo macabro interesse al movimento stesso.
I fatti: per mesi spiando i social network Griseri imbastisce teorie e scrive articoli. Intrufolandosi nelle mobilitazioni, silenzioso, senza interloquire con nessuno, semmai facendo battutine e mezzi sorrisi ai suoi colleghi costruisce resoconti a volte ridicoli a volte intrisi di odio.
Per mesi i valsusini leggendo repubblica si indignano, non si riconoscono per nulla in quanto scritto e iniziano a chiedersi chi sia questa penna fatata. I più anziani già conoscevano il cronista, nulla di buono, una mediocre carriera in un mediocre quotidiano. Un giorno di agosto anche la beffa, intento nel suo lavoro da spy game modello spaghetti e mandolino, con occhiali da sole e panzetta al telefono platealmente disturba una commemorazione dell’ANPI. Come pubblicato ieri 20 agosto si narra di questa giornata in cui il cronista accompagnando i parenti, come suo solito se ne strafotte della vita e delle persone e già piroetta nei suoi sogni-incubi costruendo a tavolino con sorrisi maligni l’ennesimo articolo contro il movimento no tav.
Le teorie di repubblica: il movimento no tav sta lasciando distruggere la sua valle con il raddoppio del Frejus per favorire le “ndrine” e la parte del pd torinese interessata al controllo e al dominio del traffico su gomma attraverso la valle di Susa (citato da rep. Gallo, “potente” rappresentante pd in odore di mafia). Plano presidente della comunità montana della valle di Susa, anch’egli del pd sta combattendo con i no tav contro Fassino e l’altro pezzo del pd torinese interessato invece alla costruzione del tav Torino Lione e quindi al traffico su rotaia.
Alcune verità: il pd a quanto pare è interessato più a costruire infrasstrutture inutili che a risolvere i problemi dei cittadini ai quali le infrastrutture utili come ospedali e scuole chiudono se non peggio cadono in testa (non in senso ironico ma molto reale)
I veri potentati pd come il sig. Gallo e molti altri come lui hanno quote azionarie in tutte le controllate pubbliche e non solo. Sono nelle società come la Sitaf che sta raddoppiando il traffico su gomma in valle di Susa con la seconda canna del Frejus. Sono nelle società del gruppo Gavio che sempre in valle di Susa con la Itinera di Salbertrand hanno il monopolio della fornitura di calcestruzzo e del ferro da costruzione (parliamo di quote del 30/40 % assoluto del costo finale della tav Torino Lione) per il cantiere di Chiomonte. Insomma i cretini scrivono e i furbi come sempre hanno una gamba di qua e una di là. Sempre per le teorie, ironizzando un po’ ci aspettiamo come movimento anche di passare per mangia bambini o simili teorie.
Alcune paure: ci chiediamo dunque perché un quotidiano “democratico” come repubblica e i suoi cronisti invece di dar battaglia a queste ingiustizie si accaniscono contro chi in modo volontario e pagando in prima persona lotta contro di esse. La risposta è semplice, in valle di Susa, dove si ragiona in modo libero e al di fuori degli interessi economici nessun cittadino darebbe mai un euro delle proprie tasse a giornali come questo. In un mondo in cui l’informazione libera aumenta e in movimenti come quello no tav in cui si mette in discussione il ruolo stesso del potere di decidere in pochi sulla testa di molti non esisterebbero figure “professionali” di questo tipo. Come una casta i cronisti di questa razza si difendono, fanno quadrato, uno per tutti, tutti per uno, tutti per una poltrona. Come i politici fanno dell’intoccabilità un dogma imprescindibile alla loro stessa sopravvivenza.
Alcune prospettive: sempre più ci troveremo di fronte a situazioni di questo tipo, più aumenta la determinazione del movimento a non mollare, a lottare e a vincere più subirà attacchi a tutto campo. Magistratura, managanelli e lacrimogeni, arresti, articoli infamanti. Più verrà messo in discussione questo modo di vivere e di sprecare le risorse pubbliche e più chi ha interessi a mantenere lo stato attuale delle cose cercherà di difendersi.
Sono le urla di chi ha paura di perdere i propri privilegi, due carte di credito, uno stipendietto niente male, un posto al di sopra delle difficoltà e della “feccia” da cui dare sfogo a tutte le proprie devianti pulsioni. Sono le urla di giornali come Repubblica, pronti a dare del “cornuto” a Berlusconi e subito dopo a dare spazio a venti pagine di approfondimenti in cui si spiega all’elettore l’inevitabile, imprescindibile e non si sa più che aggiungere ennesimo governo delle larghe intese (sempre con Berlusconi). Sono le urla di chi ha paura del diverso, del movimento, dei cambiamenti, non con l’ingenuità ma con la consapevolezza che il cambiamento in sé stesso significherebbe inevitabilmente la fine della sua deludente esistenza professionale o della misera storia editoriale degli ultimi decenni.
Importante chiarimento: non si chiamano qui in causa i padri fondatori di quell’informazione libera che con la vita e il carcere hanno pagato il prezzo del loro sogno e del loro impegno in regimi come quello fascista. I padri oggi non possono parlare, troppo tempo è passato e come sempre i più generosi sono caduti nelle prime ore. I nipoti del regime però stringono grandi alleanze con i “presunti nipoti democratici” e alle persone giuste e antifasciste questo come molto altro non piace.