Invaso il campo di fronte al carcere, l’impianto audio dei notav comincia a mandare messaggi di solidarietà a tutti i detenuti, salutando Giobbe con cori e slogan, ribadendo che la valle non si arresta, che la lotta notav continua. Interventi e musica per un’ ora, dopodiché il presidio si sposta sul lato opposto, sempre sul prato, sempre in tanti e tante. Qui l’arroganza poliziesca si fa più incisiva, cercando di fermare i notav ad arrivare alle sbarre di recinzione del carcere per evitare la battitura, modalità consueta per farsi sentire dai detenuti rinchiusi nel carcere.
La stupidità e l’arroganza delle forze dell’ordine fa sì che si accaniscano su un notav, un signore sulla sedia a rotelle deciso ad arrivare alle sbarre di recinzione del carcere per far la battitura. L’apparato poliziesco cerca di dissuadere il notav dal suo intento, circondandolo, intimandogli verbalmente di allontanarsi, il tutto sotto lo sguardo vigile e attento dei notav. I notav cominciano a far pressione sulla polizia, riuscendo a spostare l’attenzione poliziesca su altri notav che nel frattempo si erano dislocati sul perimetro del carcere per la battitura. Ancora una volta i notav riescono ad eludere le forze poliziesche che di fronte ai numeri e alla determinazione fanno “finta” di gestire una situazione a loro ingestibile. Battiture, interventi e come finale, anche questo ormai consueto, si lanciano alcuni fuochi d’artificio come ultimo saluto della giornata.
Giobbe libero, liberi tutti e tutte!
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