Tante storie, disobbedienze, lotte, memorie, speranze, e lo sberleffo ironico, la rabbia che si fa grido e canzone contro il cinismo dei sepolcri imbiancati; facce giovani e altre incise dal tempo, occhi lucidi, sorrisi, parole; letture evangeliche, bandiere e pugni levati nell’ultimo saluto. Poi quel cappello e quella sciarpa rossa su una bara povera, come fu povero quel ribelle per amore che se ne va, portato dai suoi ragazzi, tra l’affetto degli ultimi, i suoi figli, fratelli, compagni. Le bandiere NO TAV sono presenti non solo per ricordare la sua partecipazione alla nostra lotta, ma perchè lui stesso l’ha voluto, schierandosi anche in questo modo dalla parte dei diritti negati e dell’indifferibile esigenza di costruire un mondo diverso, più giusto, bello, vivibile per tutti. Ad accompagnare don Andrea Gallo, su una Genova battuta dalla pioggia si affaccia un lembo di sereno, quasi la promessa che l’amore non si perderà e darà ancora frutti per quanti lui ha amato e difeso; perché “la vita degli uomini come lui appartiene al popolo , e non conosce fine, se il popolo non lo vuole”