di Giulia Zanotti – Nuova Società
L’assalto alle reti di ieri sera ha lasciato il segno. Non tanto perché per l’ennesima volta è stata violata la zona rossa, recintata con le reti della Ltf, ma piuttosto perché l’azione ben coordinata sta facendo preoccupare non poco Procura e istituzioni. Qui in Val di Susa, ormai è noto a tutti, nessuno vuole quest’opera e chi la sostiene è la minoranza in confronto alla massa che sia pacificamente che radicalmente si è contrapposta alla realizzazione di un’opera costosa. Detto questo ciò che preoccupa di più è il fatto che il livello di scontro ha raggiunto picchi alti: la polizia parla dell’utilizzo di molotov, di veri e propri sabotaggi. Contro la militarizzazione del territorio.
La Ltf ha colto la palla al balzo annullando l’incontro organizzato per domani a Bussoleno con i cittadini per spiegare finalmente l’utilità della linea ad Alta Velocità. Infatti, forse intimorita più dalla concreta possibilità di una contestazione da parte dei valsusini che dall’azione della notte scorsa ha fatto retromarcia. «L’incursione di carattere quasi terrorista della scorsa notte mette nuovamente a repentagli la sicureazza in cantiere e la vita dei lavoratori. Vista la grave degenerazione della situazione al momento non ci sono le condizioni per fornire con serenità le necessarie informazioni ai proprietari interessati dall’opera » spiegano in una nota dalla società responsabile dei lavori lasciando così sospesa per sempre nell’area quella loro affermazione, fatta insieme a politici sia del centrosinistra che del centrodestra, secondo cui in realtà tutti in Val di Susa vorrebbero il Tav.
Un comitato di sicurezza è stato subito convocato e Angelino Alfano e Maurizio Lupi, a cui è stato chiesto più responsabilità sulla vicenda visto che la polizia è stanca dei continui atti violenti e che secondo alcuni il clima che si vive da queste parti è di vero terrore, saranno a Torino in serata per discutere nuovi provvedimenti di sicurezza. Una notizia che soddisfa di sicuro anche le istituzioni locali che a partire dal presidente della Regione Piemonte Roberto Cota hanno lanciato un appello perché «Il governo invii rinforzi e si faccia carico del problema».
In questo senso, dunque, non è da escludere, anzi potrebbe essere la prima soluzione presentata l’aumento di militari alla Maddalena di Chiomonte e su tutta la Valle, per permettere alle forze dell’ordine di “tirare il fiato”. In parole povere, la risposta è quella di trasformare ancor più in zona di guerra il già martoriato territorio.
«La politica faccia la sua parte» grida Sinistra Ecologia e Libertà. E la sensazione è che proprio sul Tav il governo Letta-Alfano possa appianare ogni tipo di divergenza. Il piatto, dicono da queste parti, è troppo succulento e dei montanari non possono e non devono toglierlo da certe grinfie. Intanto la Digos sta cercando di ricostruire quanto avvenuto la scorsa notte. Si parla di un’azione ben studiata, come quelle, aggiungono sempre dalla Val di Susa, che venivano realizzate ai tempi della lotta partigiana.