Ricordate i silenzi della Clarea sotto la neve , lo scoppiettìo buono del fuoco, il vento tra gli alberi, le orme impercettibili degli animali del bosco?
Ora in Clarea stanno piazzando le centine a delineare l’imbocco del “tunnel geognostico”.
Prima della grande fresa vogliono usare la dinamite. Prepotenti e irresponsabili, pensano di poter perforare impunemente il piede della grande frana. Ma sul fronte dello scavo incombe minacciosa una montagna di massi secolari, tenuti fermi dalle radici profonde di boschi centenari, radici che si alimentano dalle acque sotterranee che lo scavo farebbe precipitare per sempre….
Quando ripartirà l’antica frana, nulla potranno le loro macchine da guerra, la loro superba tecnologia. E a morire saranno, come sempre le ultime ruote del carro, quelle figurine in tuta , che, indifferenti ad ogni avvertimento, arrampicate su ruspe e trivelle,continuano a macinare distruzione. I grandi responsabili, asserragliati nei palazzi del potere, si preparano a lucrare anche sulle morti, come succede sempre, nelle sporche guerre all’uomo e alla natura.
La piccola baita, la casetta sull’albero, il sentiero, i castagni, il sottobosco, un paesaggio innevato che sembra così lontano , ma che noi abbiamo visto e vissuto e che ci portiamo dentro nella nostra rabbia ben viva e presente: e la memoria si fa azione, conflitto aperto, socialità potente, lotta popolare.
Nicoletta Dosio