Vorrei che Saitta, Chiamparino, Costa, Giachino, senza scomodare il saputello ministro delle finanze o il capo del governo, mi comunicassero gentilmente come cittadino quanto sono venuti a costare tutti questi bei progetti di plastica e polistirolo che sono spuntati a orologeria dal cappello dell’ineffabile arch. dott., grand’uff. e chissà di quale altisonante e blasonato titolo e bordone o collare munito, sig. Virano!
Perchè qualcuno deve ben averli ordinati, pianificati ed eseguiti in tutti questi mesi (o anni ormai) di vita del famigerato osservatorio che finalmente (ma noi non avevamo alcun dubbio!) ora sappiamo a cosa stava lavorando di nascosto e protetto dal silenzio prezzolato e complice dei mass media.
Altro che opzione zero! Sicuramente la cifra totale del costo di questi progetti non si saprà (quando mai in Italia si è venuti a conoscenza del preciso costo di qualcosa al netto delle varie prebende e mazzette da sborsare ai vari ladri istituzionali e non?), ma di una cosa, cari concittadini, siamo sicuri!
Che i soldi da sborsare saranno sempre i nostri! Tutto questo è immorale e grida vendetta al cielo di fronte alla crisi europea e mondiale che stiamo vivendo e vivremo in futuro.
Eppure a sentire i nostri sorridenti politici (di governo e opposizione, ormai non fa più alcuna differenza) sembra che il nostro sia il paese più furbo, più onesto, più virtuoso (da noi non c’è alcuna crisi, ci sono sempre le file in autostrada) e mentre altri stati più seri progettano piani di sangue e sacrifici, il nostro si balocca ancora con un futuro radioso, illuminato con tanti arcobaleni, di scavi faraonici sotto chilometri di montagne e colline, di milioni di posti di lavoro, di trenini multicolore e velocissimi che sfrecciano per ridenti pianure carichi di felici turisti e tonnellate di merci da trasportare da nord a sud, da est a ovest, interscambi a Novara con appendice ad Orbassano, retroporto a Genova, stazioni internazionali al posto di discariche, ecc. Torno alla mia domanda: chi paga? Con che soldi?
C’è qualche industriale o capitano d’industria illuminato, il solito De Benedetti magari (padre, figlio, nipote?), la combattiva Marcegaglia e la sua furbetta famiglia, che sono disposti a rischiare un solo Euro del loro patrimonio personale visto che a parole credono tanto in queste grandi opere? Non mi risulta!
E sì che sarebbero i primi a buttarsi a pesce in imprese remunerative! Ebbene noi valsusini non ci stiamo a questo gioco sporco, e allora alziamo la voce ed esercitiamo pacificamente il nostro diritto di critica e scendiamo in piazza e partecipiamo ai cortei e alle fiaccolate e ricostruiamo i nostri presidi anche se hanno dato e daranno ancora fastidio a molti.
Non avalliamo con il silenzio e il disinteresse questo ulteriore sperpero di soldi nostri nella voragine senza fondo di opere che nessun serio amministratore oserebbe appoggiare non sapendo il reale costo e l’effettivo utilizzo quando, dopo decenni, saranno (forse) terminate.
Sconfessiamo coloro che in malafede e in mancanza di ragioni plausibili ci accusano di avere la sindrome Nimby, parchè noi ci battiamo perchè la Tav e altre opere inutili siano chiamate col loro vero nome: Truffa!
Cordiali saluti.
Marco Banfi
Sant’Ambrogio (TO)