Ai Griseri di ogni estrazione non va proprio giù che un movimento resti compatto sulle sue posizioni, senza perdere tempo in “distinzioni” utili solo alla propria contro-parte. Sognano una “società civile” che ovunque giunge, ammorba e depotenzia i movimenti, aprendo la strada alla loro sconfitta. Si rassegni! Il movimento NoTav è un movimento di popolo: guarda alla sostanza delle cose, non al galateo istituzionale (come il Griseri, che ha capito bene in questi anni da che parte conviene stare!).
Che pena… parlare di fatti a cui non si era presenti!
Che pena… prendere per buona la versione della questura senza ulteriori verifiche!
Che pena… tanti anni di giornalismo per ridursi a far campagna per la Bresso!
Che pena… accreditarsi come vicino ai deboli per poi stare sempre dalla parte dei forti!
Paolo Griseri… che pena!
Chiunque era presente alla serata di giovedì 4 marzo, sa molto bene come sono andate le cose. di significativo quella sera, c’è stata una fiaccolata di quasi 1000 persone in un paesino senza una pregressa storia notav forte. Alle 11, finita la fiaccolata, una parte della gente presente è scesa nei prati e per un quarto d’ora ha disturbato il lavoro delle trivelle. Gli “antagonisti” che tanto spaventano quella sera erano forse rappresentati dalla vivace gioventù locale. Non c’erano incappucciati, non c’erano bengala, solo qualche fumogeno, due petardini e i giochini laser. Ma se basta questo a spaventare 200 energumeni in divisa, il movimento saprà trarne profitto. Alla prossima trivella notturna i laserini saranno molti di più!
Per dovere di cronaca: alle 11.30 (neanche a mezzanotte) il presidio non c’era, e in quei prati non c’era anima viva.
La conferenza stampa della questura (su cui Griseri costruisce il suo editoriale) è la dimostrazione di chi è sfinito ed autenticamente logorato. E di chi invece gode di ottima salute. Pensavano che bastassero pochi sondaggi “riusciti” per rassegnare un movimento che invece, più passano i giorni, trova sempre più forza e ragioni per continuare a lottare.
p.s.
A sarà dùra… per chi?