Dopo sette mesi dall’inizio dell’occupazione militare di Chiomonte contiamo il secondo morto, in maniera indiretta sicuramente, ma pur sempre relativo all’apparato militare in vigore in Val di Susa. E’ il maresciallo dell’arma dei carabinieri Mariano Noro, che durante il suo turno di servizio a Chiomonte ha accusato un malore poi rivelatosi un infarto che lo ha stroncato in pochissimo tempo. La prima a perdere la vita fu Anna Reccia di 65 anni, pensionata di Venaria investita da un blindato dei carabinieri diretto al non cantiere di Chiomonte. Entrambi i casi comunque si sarebbero potuti evitare a meno che non si creda nel destino se non si fosse iniziata questa assurda farsa. Lungi da noi speculare su una morte, ma siccome è successa in quel “cantiere” intendiamo sottolineare alcune cose. La morte del maresciallo indica come questa grande truffa sia spalmata su tutti i settori della società. Il maresciallo Noro era comandante della stazione dei Carabinieri di Strambino e se da Strambino un maresciallo deve venire a fare il suo turno a Chiomonte ognuno si può fare la sua idea su come siano messi dall’altra parte del muro. Per tutta l’estate e per i mesi a seguire sono stati impegnati in val di Susa i reparti mobili di mezza Italia, di tutte le forze di polizia a costi elevatissimi con trasferte, alberghi e spostamenti di mezzi. Finita la linfa ecco allora l’ ideona: “peschiamo nelle caserme in Piemonte”. E così è spiegato il motivo per cui sono presenti a Chiomonte poliziotti e carabinieri delle caserme di tutti i paesini della provincia di Torino, a turno, con straordinari e servizi speciali, ma meno costosi dei reparti da fuori regione. In parole povere siamo alla frutta. Poi si sprecano titoloni e articoli sulla mancanza di organico, sulle volanti senza benzina e via così nel più banale qualunquismo.
Queste notizie meritano piccoli trafiletti sui giornali, dando magari spazio e pagine ai finti feriti degli scontri o a dibattiti tra politicanti si tav. Evidentemente risulta scomodo affrontare la questione che si preferisce invece tacere. Arriveranno poi i morti sul lavoro, le malattie e molto altro ancora, anche questo passerà sotto silenzio? Un altro esempio di silenzio fu la vicenda del poliziotto che di ritorno da un turno di sorveglianza a Chiomonte usò violenza su di una collega a bordo dell’auto di servizio. Quindi le cose scomode si tacciono, quelle comode si dicono. Sembra sempre più una questione di puro principio questa tav Torino Lione, una tavola imbandita a cui tutti i politicanti vogliono sedersi, le cui portate però non arrivano (e meno male!) ma in cui si dà fondo a tutte le risorse ancora disponibili, e a rimetterci sono sempre e solo gli esecutori di ordini o i poveri cristi.
Infine intendiam0 dare spazio ad una mail giunta a notav.info in merito al decesso per infarto del maresciallo Noro dove si evidenziano altre cose, non meno importanti, sulla sicurezza:
Il maresciallo Noro è una delle 73.000 vittime causate ogni anno in Italia dall’arresto cardiaco improvviso”.Almeno il 50% di queste vite potrebbero essere salvate intervenendo entro 5 minuti con un defibrillatore semiautomatico, uno strumento dal costo limitato (1.500 €) e utilizzabile da qualunque cittadino formato con un corso di 4 ore. I tempi di intervento del 118 risultano difficilmentre compatibili con la vita ed è per questo che risulta indispensabile distribuire i defibrillatori nei luoghi pubblici, in ambienti a rischio, nei luoghi di lavoro e anche sui mezzi delle forze dell’ordine e dei VV. FF. come previsto da ben quattro disegni di legge presentati in Parlamento dal 2006 ad oggi. L’indifferenza e l’ipocrisia della politica, pronta a difendere l’inalienabile valore della vita quando si parla di aborto ed eutanasia, condanna a morte ogni anno migliaia di cittadini.
http://www.localport.it/eventi/notizie/notizie_ espansa.asp?N=82116