Una battaglia di resistenza, una battaglia di dignità. Oggi a Saluzzo, dove da ormai due mesi è detenuto Girogio Rossetto, uno dei no tav arrestati il 26 gennaio scorso i parlamentari Gianni Vattimo insieme ai consiglieri regionali Eleonora Artesio e Fabrizio Biolè hanno tenuto una conferenza stampa di denuncia rispetto alle gravi condizioni di detenzione e vita nel carcere della medesima cittadina. Giorgio insieme ad altri 12 detenuti è recluso in uno speciale braccio di isolamento costruito per l’applicazione del famoso articolo 41bis riservato ai mafiosi. La direzione ammette la situazione ma con la mera scusa del sovraffolamento usata ormai come acquasantiera per tutti i mali del carcere italiano, rinchiude in queste topaie ragazzi per lo più in attesa di giudizio, con tutti i diritti della presunzione di innocenza ma con gli oneri dei mafiosi pluricondannati. Una battaglia di dignità quella di Giorgio e del movimento no tav, che oggi si trova a raccontare e a vivere quello che tutti tacciono o peggio raccontano solo in occasione dell’ennesimo episodio di suicidio o pestaggio che riempie da troppo tempo il palinsesto dei tg. Prima della conferenza stampa i parlamentari hanno voluto fare l’ennesimo sopralluogo e poter così descrivere a tutti la situazione più volte denunciata da Giorgio con gli altri ragazzi nelle sue lettere e nei colloqui con i legali. Ne emerge una situazione gravissima che ha portato i deputati a richiede una immediata e rigorosa ispezione da parte del ministero competente, quello di grazia e giustiza, sempre pronto in passato a riempire i tribunali italiani di ispettori quando l’imputato era il famoso cavaliere e che oggi vediamo latitare in maniera neanche troppo disinteressata sulla questione no tav e anzi protagonista quando l’appoggio è richiesto dal procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli. A seguire poi negli interventi Alberto Perino e Lele Rizzo per il movimento no tav. Con loro il discorso si è sviluppato sul tema specifico dell’alta velocità con Alberto che ha ricordato a tutti come con una manovra degna delle peggiori oligarchie i governi abbiano recuperato i 168 milioni di euro destinati al tunnel geognostico di Chiomonte contro il quale Giorgio e gli altri no tav si sono spesi e per la quale opposizione sono accusati. Soldi recuperati con una delibera cipe dai fondi fas destinati e vincolati all’edilizia scolastica e ironia della sorte ma neanche troppo all’edilizia carceraria. In chiusura Lele che ha ricordato come il movimento non si sia tirato indietro neanche in questa situazione, tutti i no tav detenuti hanno da subito lottato per denunciare la situazione carceraria di detenzione loro e di tutti i detenuti che hanno incontrato. Una battaglia di resistenza a Chiomonte ma anche una battaglia civile di dignità, per tutti e tutte.