Ecco l’ennesimo attacco da parte della questura di Torino al movimento No Tav. Dopo le annunciate nuove denunce e il foglio di via ad un giovane No Tav piemontese, ecco che stanotte diverse perquisizioni sono state fatte nelle case di alcuni attivisti del movimento. Molte di queste sono state compiute con modalità non legittime e quindi saranno presto impugnate per via legale, ma la cosa che risulta sorprendente è come la questura di Torino si sta muovendo, chiedendo a se stessa il consenso a farlo, senza cioè alcuna autorizzazione da parte di un giudice.
Nel caso del foglio di via, infatti, l’autorizzazione è stata data dal Questore di Torino, in quello delle perquisizioni invece si appellano alla legge antiterrorismo, che non richiede altri passaggi o autorizzazioni.
Gli uomini e le donne che di sera autorizzano il lancio ad altezza uomo di centinaia di lacrimogeni al cs su chi assedia le recinzioni o sta in campeggio, di giorno cercano nuovi modi per spaventare e intimidire i No Tav, ancora in tanti, nonostante l’estate inoltrata, a presidiare Chiomonte e la Maddalena.
Pare che si sia creato uno stato di eccezione, un luogo dove le forze dell’ordine possono permettersi di militarizzare una valle, chiamare corpi speciali ed esercito, gasare quotidianamente migliaia di persone che semplicemente manifestano il loro dissenso ma soprattutto, da stanotte, questi agenti in divisa entrano nella casa della gente, mettendo tutto a soqquadro per poi tornarsene in Questura con in mano un pugno di mosche. Perché così sono andate queste perquisizioni, dei buchi nell’acqua, a meno che qualcuno non voglia convincerci che attrezzi agricoli e per la pesca siano armi improprie. Le maschere antigas, poi, quelle oramai fanno parte del Kit di sopravvivenza di migliaia di Valsusini che di respirare le porcherie che loro sparano coi lacrimogeni non hanno alcuna voglia!
Sarà forse terrorista il ragazzino minorenne, appena rientrato dalle vacanze con i suoi, che non partecipa alle iniziative di valle da settimane, che si è visto piombare in casa agenti che cercavano armi? E il fatto che questo ragazzo, accompagnato dalla zia, sia stato portato poi in questura dove gli sono state prese le impronte digitali e fatte delle foto segnaletiche tra gli insulti e l’aggressione verbale da parte di un funzionario, è un qualcosa di “normale” o fa parte di questo nuovo gioco sporco che la questura sta portando avanti? La risposta pare ovvia, ma sembra che adesso le cose funzionino così; il tutto è alimentato da pennivendoli da quattro soldi e ridicoli esponenti della politica che continuano a criminalizzare il movimento e fare appelli di ripristino della legalità, proprio a coloro i quali le leggi le usano a loro uso e consumo.
Fortunatamente nessuno si fa intimidire da questi gesti anche perché, diciamocelo, danno un po’ il senso della loro disperazione. Sono mesi che ci provano, ma il movimento No Tav continua compatto la mobilitazione, raccogliendo solidarietà da tutta Italia (ed Europa) e sabato scenderà di nuovo in piazza. Della serie, non sanno più che pesci prendere!
A sarà Dura, per loro.