Da quando è comparsa l’ipotesi di sospensione del progetto Tav Torino Lione, il partito trasversale degli affari si è affrettato a lanciare allarmi: si dovrebbero pagare 2 miliardi di penale, tanto quanto costa (singolare e sospetta coincidenza) costruire il tunnel di base! Sono dichiarazioni fatte ieri dal presidente del Piemonte, Chiamparino, e dal commissario governativo Foietta.
Dichiarazioni che il Presidio Europa No Tav smonta come false, citando accordi internazionali ed atti istituzionali (il comunicato qui sotto). Non ci possono in ogni caso essere penali, posto che non sono stati ancora nemmeno indetti gli appalti per far iniziare i lavori.
Il comunicato del Presidio Europa
n queste ore alcune agenzie battono le dichiarazioni di Commissari Governativi, Promotori della Torino-Lione e Presidenti di Regione che, terrorizzati per la possibile sospensione/cancellazione del progetto Torino-Lione, si affannano a dire che in questo sciagurato caso l’Italia dovrebbe pagare 2 miliardi di Euro di penalità.
Questa affermazione è FALSA, chiediamo a chi la fa di portare le prove.
Ricordiamo che i Trattati con la Francia del 2001, del 2012 e del 2015 e con la Ue del 2015 :
– non prevedono una data di avvio e di completamento delle opere geognostiche e/o definitive della tratta transfrontaliera,
– non prevedono alcuna penalità in caso di sospensione e/o risoluzione degli accordi.
Ricordiamo invece che l’Accordo con la Francia del 2012 prevede, all’Art. 16, che “La disponibilità del finanziamento sarà una condizione preliminare per l’avvio dei lavori delle varie fasi della parte comune italo-francese della sezione internazionale”.
I suddetti accordi possono invece essere emendati.
In realtà i lavori definitivi della Torino-Lione non sono mai partiti perché è la Francia che ha messo in pausa la Torino-Lione dal mese di luglio 2017 dato che non dispone dei fondi necessari per l’avviamento dei cantieri relativi alle opere definitive.
Analogamente in Italia deve ancora completarsi l’iter di pubblicazione della delibera Cipe che ha sancito l’ennesima variante del progetto (con lo scavo del Tunnel da Chiomonte anziché da Susa).
Questa situazione è stata resa nota dalla Ministra dei Trasporti francese Elisabeth Borne, e lo ha confermato il Presidente della CADA Marc Dendelot (Commissione di Accesso ai Documenti Amministrativi – http://www.cada.fr/) che nell’Avviso n. 20173469 del 4 dicembre 2017 ha scritto: «La Ministre chargée des transports ayant informé la Commission qu’à ce jour les travaux définitifs de la section transfrontalière n’avaient pas été lancés et que les engagements financiers de l’Etat correspondants à ces travaux n’avaient donc pas encore engagés» («La Ministra incaricata dei trasporti ha informato la Commissione che fino ad oggi i lavori definitivi della sezione transfrontaliera non sono stati avviati e che gli stanziamenti finanziari dello Stato (francese, N.d.T.) corrispondenti a questi lavori non sono ancora stati decisi», nostra traduzione).
Inoltre, nella sua lettera del 17 gennaio 2018 la Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, in risposta alla richiesta di chiarimenti del 22 novembre 2017 di un gruppo di eurodeputati, ha riconosciuto che «il finanziamento europeo per la Torino-Lione è stato deciso ed è assicurato solo per il periodo 2016-2019 … e alla fine potrebbe essere riallocato ad altri progetti in base al principio “usalo o perdilo”» (nostra traduzione, testo originale: «The EU co-funding of the Lyon-Turin project has been agreed and is secured for the period 2016-2019 … it may ultimately lead to a reallocation to other projects pursuant to the “use-it-or-lose-it” principle»).
Le attività in corso dal 2002 sono praticamente tutte inerenti lavori propedeutici (studi, progetti, sondaggi, lavori preliminari) che rientrano nel programma già di LTF. Ammontano complessivamente a 1,6 miliardi di euro, di cui a fine 2016 risultavano pagati o impegnati 1,4 miliardi.
Nessuno degli appalti attualmente in completamento riguarda lavori definitivi. Questo comprende ovviamente anche le attività in corso in Francia a San Martin La Porte, che non sono qualificate come lavori definitivi ma come sondaggio geognostico.
Gli appalti finora assegnati da Telt (di cui la società stessa ha dato notizia con propri comunicati il 17 gennaio e il 1 febbraio 2018) sui lavori definitivi ammontano a 91,4 milioni di euro, meno dell’1% di quanto affermato da fonti governative. Di questi gli unici lavori reali ammontano all’ “astronomica” cifra di 800.000 € (meno dello 0,1%).
No risultano altri appalti assegnati, pertanto risulta estremamente difficile comprendere come sia possibile affermare che sussistano impegni e/o penali cogenti. Qualora questi fossero effettivi, dovrebbero essere obbligatoriamente scritti a bilancio di Telt. Invitiamo gli operatori dell’informazione a chiedere questi elementi a chi ha rilasciato tali dichiarazioni.
In conclusione, e alla luce di quanto sopra, riteniamo opportuno che TELT non lanci gare di appalto e contragga qualunque impegno con chiunque fino al momento in cui, nel rispetto dell’Art. 16 dell’Accordo di Roma del 2012, i tre soci finanziatori del progetto Torino-Lione (Ue, Francia e Italia) non abbiano garantito con atti formali (leggi dello Stato) tutti i fondi necessari all’intera realizzazione dell’opera.
Qui una documentazione approfondita Torino-Lione – Un aggiornamento sulla “cantierabilità” del progetto in Italia e in Francia
(Notav Torino – Presidio Europa)